martes, 25 de mayo de 2010

 

CreScendo..

"eravamo ragazzi ancora, con il tempo aperto davanti..."
e così s'è cantato tanto, tante volte, a squarciagola e con l'abbassamento di voce, sporchi e puzzolenti e neri di fumo e bagnati di pioggia e sudati fino al midollo, ma col sorriso e la carica e la voglia di costruire ed esser ottimisti e progettare.. 
cantavamo così ai campi, o nei viaggi in macchina con sara a volte, o andando con nico e davide al matrimonio di ale...cantavamo così questa domenica in chiesa, al matrimonio di chiara ed enzo..
ho visto crescere con me queste persone, e ho assistito alla nascita e alla crescita di queste storie, quella di nico, iniziata quasi per gioco dopo un brutto brutto periodo..nico quando l'abbiam conosciuta noi amava la sua vita libera e senza legami, e ci parlò un giorno di questa mail ricevuta da un tizio, io normalmente l'avrei cestinata, ma lei ci fece caso e mi chiedevo quasi automaticamente perchè proprio questa si...
e un nome diventa un numero di telefono che diventa voce poi persona fisica...mi ricordo ancora il primo incontro!!!e quant'era tesa!!!e mi ricordo dei primi appuntamenti, e di nico che voleva esser roccia e lui che la stupiva entrando in punta di piedi, nonostante sia grande e grosso...
mi ricordo quando l'ho visto e conosciuto e gli ho voluto bene...mi ricordo dei mazzi di fiori e delle uscite insieme e dell'accoglienza nella loro casetta, e di quando hanno detto ai genitori di lei che si sarebbero sposati, con un biglietto nei pasticcini, perchè meglio riderci un po' su e non fare discorsi direttamente troppo seri...
mi ricordo quando con nico siamo andati da ale che si sposava, di tutte le volte che ci siamo trovate, capite, volute bene, sfogate...delle dormite e ubriacate comuni....e dei giri in macchina, e delle risate...
e venerdì mattina di nuovo a roma, questa volta proprio per il suo di matrimonio, e io ero lì, nei preparativi finali, nella fame che lei non sentiva e nel sonno che non voleva arrivare..ero lì a chiacchierare alle 3 e mezza di notte mentre le unghie le si asciugavano e c'ero a dar la sveglia alle 6 e mezza, con sara-la testimone-che ancora parlava nel sonno, e vedere che c'è il sole e annunciarlo a nico, ed essere lì per colazione, preparazione, trucco acconciatura a riderci su, a prenderci in giro mentre la tensione e l'emozione sale, mentre sua mamma dolcissima continua a sembrar la persona più calma del mondo anche se so che è tesa, a rivedere amici-suoi e anche miei- che non rivedevo da anni ormai, a cantare insieme senza quasi stupirsi di come sia tutto così bello e naturale, di come questa festa sia anche mia, di come il buffet era esattamente come lo voleva lei, semplice e buono, e della gioia della musica e dei sigari e rum e che spettacolo vederla col sigarone in bocca, senza scarpe, a brindare con noi, come sempre, immancabile un brindisi!e il blu delle scarpe, e altri rum coi suoi amici che ormai conoscono pure me..
e così, al tavolo con questi miei amici che crescono, chi si fidanza e parte per il giappone, chi si innamora davvero e diventa pompiere, chi vuole fare un altro figlio ed è ben fiera di rimanere negli scout...e chi si sposa!!!
e poi ci sono anch'io, che mi sento a casa tra questa gente a cui voglio davvero un bene grande e forte, con cui si riesce a condividere anche se a distanza sia di spazio che di tempo, e ci si ritrova e si fanno passi in un qualche modo insieme...
ma presto si riparte, nella speranza di rivedersi presto, nella certezza che comunque prima o poi ci si rivede e sarà splendido come sempre, e via col treno, e incontri con persone nuove, e chiacchiere, e scender dal treno e trovare chi ti aspetta, e caricare il bagaglio in bici e ripartire, per il prossimo matrimonio..
chiara ed enzo, anche loro, che inizio strano!
enzo innamorato dell'amore, chiara indipendente, e iniziano ad uscire ma lei non lo vuole poi tanto, però ci sta bene...e gli anni passano e i progetti cambiano e che bello vederli ridere assieme e prendersi in giro anche tutti eleganti vestiti da sposi!
una festa quasi di famiglia, e sabato prossimo tocca a mia sorella, la mia sarona, che è difficile da dire quanto io tenga a lei, quanto le voglia bene...
e il casso che ha trovato lavoro a bologna e ora un pensierino concreto ce lo fa pure lui con la cate...
uff!!!e si l'esame venerdì sembra quasi un evento irrilevante a confronto di tutte ste cose che mi prendono dentro, e mi frullano e muovono e fanno strano...
e fortuna che in questi subbugli c'è occasione per mettersi in gonna e ballare una mazurka, un tango o qualsiasi musica venga fuori da una fisarmonica qualche chitarra un violino un mandolino...e ritrovarsi dopo tutte queste emozioni a farsi due chiacchiere con altri amici di qui che non vedevo da tempo, e non sentirsi una pecora nera, e aver un cane che ti lecca le gambe con assiduità, e un'altra "bestiola" che ulula e fa ridere anche quando non si è proprio dell'umore giusto, fino a quando non ci si decide a lasciar perdere i magoni e finalmente si prende un po' di fiato..
quindi, semplicemente, GRAZIE!
mery

jueves, 20 de mayo de 2010

 

VALIGIA IN CORSO..

CON:
-scatola da scarpe, con scarpe, ho controllato
-telo, asciugamano (che in realtà è per il bidet, ma asciugaculo mica si dice)
-dentifricio, filo interdentale, ciappi, lametta (si, insomma, il rasoio), orecchini
-maglietta del pigiama
-canottiera
-maglietta di ricambio/da viaggio
-jeans, casomai..
-maglioncino di lana
-mutande
-calze, in caso di freddo
-vestito, forse, per il matrimonio dopo
-soldi, biglietti del treno
MANCA:
-pantaloni del pigiama, da recuperare (son sparsi per il mondo)
-borsa di cuoio per matrimonio, che ora si trova a casa dei miei, forse
-ciabatte, apparecchio, dentifricio, spazzolino da metter all'ultimo
DA DECIDERE:
-quale giacca prendere (da capire quanto pioverà, se pioverà)
-se partire coi sandali, ma questo ho già deciso di si

e chissà quante cose mi son scordata e mi scorderò!

COSE DA FARE DOMANI:
-buttare il rusco, sennò ci trovo i vermi quando torno
-depilarmi, ché non l'ho fatto oggi
-1avoro
-pranzo dai miei
-prender borsa
-ripetizioni
-lavoro
-parrucchiera (cazz me la stavo scordando!h.17)
-portar valigia in centro
e forse la giornata è finita...
VENERDì:
-8.30-11.30 lezione spagnolo
-11.50-13.00 bimbi
-pranzo, forse
-recupero valigia
-15.18 treno per Roma
chissà se si studia in treno..
-19 circa (cioè con un ora di ritardo trenitalia, già da metter in conto) arrivo a ROMA
e dopo FESTAAAA
SABATO:
-matrimonio Nico e Ale
-FESTAAA!!
-h.19.00 più o meno si riparte..
-arrivo a bologna h.22.55
DOMENICA:
-matrimonio chiara ed enzo h.11
-festaaa!
-documentario sui nonni sardi

e l'agitazione pre-partenza si sente già!
buonanotte sognatori

comunque non volevo scrivere proprio questo..
gli impegni son tanti, ma non importa: porto con me libri da studiare, voglia di viaggiare, un viaggio lungo a cui son affezionata, incontri casuali e ritrovi, festa con persone che mi stanno a cuore, e balletti già programmati, e vino di sicuro, e stare in una città che amo e che porto con me, anche se la respirerò per poco, per poi tornare di volata, di notte, qui nella mia città, che mi aspetta con altra festa, con persone con cui son cresciuta, e fa strano, bello e strano come si cresca, a volte diversamente, altre insieme, e condividere cambiamenti e scelte e continuare a camminare per questa strada che chissà dove porta, ma intanto ci piace!

divagazioni di chi dovrebbe esser già a letto da un po' o comunque fare altro..
stacco davvero
un abbraccio
mery

jueves, 13 de mayo de 2010

 
piove. fa freddo. ripetizioni saltate senza preavviso. uscita di casa arrabbiata.
non capisco più quanto conti la volontà personale, non capisco più se è vero che se si è determinati si riesce nelle proprie 'imprese'...
mostra che domani viene inauguarata, a cui tengo tanto, anche perchè occasione per vedere i miei mondi diversi nello stesso posto, occasione per rendere partecipe i miei di quel che sono e vivo, e far conoscer ai miei amici e a quelli a cui voglio bene la mia famiglia, che è per me così importante...
ci tengo tanto!
e mi viene detto 'si fa come si può'. e io percepisco un no sottointeso, un 'non ti illudere che ci riusciamo, è più facile per noi non venire'. allora mi rendo più disponibile, e cerco di venire incontro, propongo di tornare a casa per ripartire in centro tutti insieme, scomodo senza dubbio, ma non sarebbe un sacrificio, almeno per me.
ho rotto così tanto le scatole ai miei amici, ai bimbi con cui lavoro, ai miei compagni di corso, per esserci, che ci rimarrei davvero male se proprio la mia famiglia non fosse presente, sarò egoista o sempliciona, o forse solo capricciosa, ma credo che in questo piccolo caso pratico sia possibile riuscirci.
la mia fiducia smodata mi porta a pensare che la volontà faccia tanto, e che se anche le vicende della vita non aiutano, una soluzione si trova sempre, una via di uscita positiva che apre a porte nuove..
e se ne chiudono pure tante, magari in faccia e che fanno male e segnano come sconfitte, però io non mi arrendo, continuo testardamente a provare ad aprirne altre, e altre ancora, con la fiducia che la prossima sarà quella giusta, o anche solo migliore..
tocco ogni giorno con mano situazioni di amici, persone a cui tengo che lottano quotidianamente contro porte che sembrano aperte e si chiudono, una dopo l'altra, sfiduciando anche i più speranzosi...persone che cercano di costruire giorno per giorno progetti nuovi, nonostante i mattoni buttati in aria ogni volta, gente che con pazienza li raccoglie e cerca di ricostruire in modo diverso, duraturo...ma il vento ribaltatore sembra una costante, e fa paura, e vien voglia di lasciare tutto lì, disfatto, che tanto anche se ci si mette mano dopo poco tornerà la tormenta a scaraventare i nostri piani e sparpagliare le nostre forze...
amaro, tanto amaro che ogni volta si manda giù, ma anche la testardaggine, la sfrontatezza, la sfida di riprovare a recuperarli ancora una volta quei pezzi, e vedere che ci si può fare, nonostante il terreno instabile e il materiale malmesso ma tenace..
è questo che stimo nei miei amici, nelle persone a cui tengo, e lo stesso atteggiamento spero di averlo anch'io...col sorriso, per farmi coraggio e dare un po' di speranza in più..

domingo, 9 de mayo de 2010

 

VELORUTION!

pioggia, tanta pioggia, e sandali che imbarcano acqua e fanno poltiglia...stanchezza, freddo, poi "L'asino d'oro" di Apuleio che raglia e scalcia e racconta, letteratura è miele per le mie orecchie!e non mi addormento, e le strade di Bologna di notte con boati di motori in lontananza, la Millemiglia che passa per di qua,  e scene al limite del reale con Ferrari vecchie e nuove e macchinone di ogni sorta che si mimetizzano nello scuro della città e vedi sbucare da ogni dove, persino fuori porta, e ci si sente in un'epoca sbagliata, catapultati in qualche racconto di nonno o libro -come "Questa storia" che mi ritorna in mente e si mescola ai ricordi del presente, in questo sempre più irreale ritorno a casa che sa di buono..e sveglia non sentita, corsa a lezione sotto un cielo minaccioso, poi lavoro, pranzo a casa con le mie bimbe e a lavoro con bimbi, e poi, ancora...adri, e il bambino giapponese giudice di casa, e un caffè sorseggiato insieme a questa matta che manca tanto qui a bologna, a me...e poi si riparte, e da sara in ospedale, e a consegnar volantini per la mostra, e alla presentazione dell'antologia con enos, poi di corsa alla stazione, acrobazie in bici, e di nuovo di corsa da grazietta per la cena con un ospite in più...
e di nuovo corse in bici per necessità, e cielo grigio e pesante, aria di pioggia, vento e turbinio di pollini che sembra neve...ambulanze bloccate dal traffico bloccato dalla Madonna che scende in città..
parole crociate che riescono, Giro d'Italia iniziato ad Amsterdam, bike-pride oggi a bologna (che mi ricorda il Débattons dans les Rues organizzato da Velorution di Tours..)
nuovi cuccioli nascono e torna il sole!
 buona domenica a tutti
mery

domingo, 2 de mayo de 2010

 

la città vecchia

camminando per queste strade, mi piacerebbe vederle per la prima volta, come straniera. ieri le viuzze vuote predomenicali del mercato di notte, con le finestre e le serrande chiuse, quasi aria di abbandono, persone in fila davanti al pakistano aperto, qualche cliente al vespasiano en plein air au coin de la rue...e guardo in alto, le finestre chiuse e i mattoni sporgenti, e mi sento a Genova, come l'ho vista io, di notte, per le calli del mercato deserte o quasi...sensazioni di una città che per quanto la si conosca sempre nasconde o conserva un pizzico di mistero, e aspetta solo che di volta in volta il tuo sguardo se ne renda conto..
la piazza, illuminata di notte, monumentale, cerca di confondersi tra le persone affollate per il concerto, ma io la vedo, enorme, coi suoi spazi quasi sereni e altezzosi, come se la gente fosse solo un incidente passeggero...di giorno è diverso, la piazza accoglie, ospita, vive, fa spuntare fiori di persone a macchie che si spalmano sulle sue pietre tendendosi al sole, o suonano, o ciarlano o cercano di imprigionarne immagini.
poi i giardini, circuito ciclabile ieri ai miei occhi, con profumo di ippocastani in fiore e biancospino e zucchero filato...persone come birilli da schivare a tempo di musica, bambini che saltano al mio ritmo senza saperlo danzando sui tappeti elastici, la gioia del parco pieno, dei go-kart e delle macchinine che corrono, del gruppo di ucraini che ballano felici e che fanno venir voglia di unirsi a loro...e spingo sui pedali e lascio scivolar la bici su in curva e poi in discesa in questo rondò..e ancora, saragozza e le cinta di collegio di spagna, che di mattina è Tours, la mia Tours, quella percorsa di notte o quando la città è ancora deserta, presto, e solo qualche vecchio o qualche lavoratore o sportivo si vedono in giro, ma neppure quelli spesso....la mia Tours, quella dei ciottoli che fanno rumore a passarci in bici, Tours della Cattedrale e dei profumi, con il cielo seminuvoloso e l'aria fresca, Tours senza tempo, che quasi ti sembra irreale, e senti tutti questi secoli che si lasciano vivere da te, in questa luce strana, per te che la pedali in bici come fossi quasi l'unica presenza umana e sperduta e accolta in tutta questa Storia..
ecco la mia città vecchia, mutevole e scostante come questo cielo di primavera, o forse sono io che muto con lei, che mi lascio cambiare dal vento che si incanala tra i suoi viottoli come una valanga d'acqua che riempie e ingrossa i torrenti...noi, sempre controvento tra questi argini di città-mare, città-porto, da cui spesso vogliamo partire ma che sempre sappiamo che ci richiama, ci raccoglie, come relitti nella risacca (reminiscenze Baudelairiane:"Les Épaves",http://fr.wikisource.org/wiki/Les_%C3%89paves_%28Baudelaire%29 )..e ci trasforma, ci rende coralli o perle o canne spezzate e poi ci rispazza via, chissà dove,nella corrente...

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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO