viernes, 18 de julio de 2008

 

nuvole gonfie

è un mese esatto che non scrivo...son successe tante cose: piogge, notizie di nascite, e morti...funerali, sorprese, incontri, matrimoni...concerti, arrabbiature e gioie, telefonate, visite, umori che cambiano come il cielo, passeggiate al telefono con vista di riccio che passa...un orto da innaffiare, chiacchiere con le famiglie dei lupi, pensieri pensieri pensieri...tante parole, tanti chilometri in bici, tanti pensieri non detti, tanti no che posson far male, tanti veli che non ho ancora il coraggio di abbassare...
un orto da innaffiare e tante zanzare a mangiarmi. è il riassunto più significativo: qualcosa di cui prendersi cura, acqua, fango..zanzare, funture, pensieri, chiacchiere...vita che nasce, alcune piante non crescono, altre invadono...e tu non capisci, puoi solo guardare e sperare che tutto vada fatto bene..
oggi mi sento in subbuglio come le nuvole di questo cielo. carica di pioggia...
cerco di fare del mio meglio per essere me stessa, ma a volte non capisco più se faccio bene o no...se sono solo troppo testarda, o paurosa, o semplicemente capricciosa...
in giorni come questi non so come si fa a capire se le scelte che si fanno siano giuste o no...
ho scoperto lati di me che spesso sono nascosti: la scontrosità, la difesa del territorio, la gelosia...
non sono facile da capire, non mi capisco neanch'io a volte. ma tengo con tutto il cuore alle persone che incontro sulla mia strada. ognuno di loro lascia in me un'impronta, e si porta con sè una piccola parte di me....
a voi che siete la mia famiglia sparsa per il mondo...a te, Straniero...
ogni incontro conserva in sè la voglia di ritrovarsi sullo stesso cammino!
Buon viaggio, ovunque voi siate, ovunque voi andiate...
vi voglio bene forte!
mery

This page is powered by Blogger. Isn't yours?

AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO