sábado, 26 de septiembre de 2009

 

SDF


sans domicile fixe...je suis pas sans abri, ms oui je suis un sdf...

c'est beau d'étre trotamundos, et c'est tjours vrai que c'est pas le lieu qui fait maison, ms ce sont les rapport qui créent le "chez soi"...vilà pourquoi je me sent chez moi dans mon bar, que je visite vraiment comm une maison, comme une de mes maisons.

mais, voilà...je SUIS precaire. j'ai projets et rèves mais on vit jour par jour, après cette dernière année j'ai appris qu'il faut bcp de prudence et d'elasticité quand on planifie.

j'ai teminé mon l3, empiezo mi master. mi profesora de espanol se llama pano, sarà un segno?

busc trabajo, muchos me lo promiten pero hasta ahora ningùn me lo ha dado.

je fais cours de maths à un cabron che non conosce le tabelline (et il est au collège!!)...tengo dos sobrinas diferentes y maravillosas y quiero tener tiempo para ellas..lubin ha llegado ayer, sembra un torello!!!!robusta e splendida.

e io vagabondo fra le mie tante vite, tra le mie tante case...y siempre hay algo que no va conmigo, tengo muchas casas pero no sé cual es la mia.

creo que es un problema de familia.

mi padre siente el veneto su casa, y el africa tb. mi hermana lucia està en medio entre africa y italia, sin saber cual es su casa...sara es entre dos casas ella tb, anna entre la suya y aquella de mis padres...

if I could express a wish for the new year that is coming, I'd like that everyone trotamundos as me can find a place where he/she could find himself/herself really and totally at home...


WE ARE PEOPLE NOT PROBLEM

nous sommes personnes, pas problèmes

somos personas, no problemas


I'd like to be considered a person, not a problem


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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO