martes, 4 de agosto de 2009

 

sogno

era un mondo precedente a questo, ma comunque società evoluta..
ci stavamo preparando a una festa, grande supermercato con rispettivo gran casino, scelta dei vestiti, probabilmente festa di fine scuola, d'estate
il grano maturo nei campi, alto, proprio una gioia da vedere!!!e c'era questo gruppo di studenti universitari, che si erano messi su una strada davanti al campo, parlando di rivoluzione del sistema...un ragazzo biondo chiaro e riccio sparava slogan a effetto in aria, e tutti gli studenti ascoltavano incuriositi senza capre troppo, snza darci troppo peso.
Ci chiamavano ad uno ad uno su una specie di palco, ci facevano domande tipo se volevamo cambiare, se volevamo una società migliore...tutti ad uno ad uno quando era il loro turno rispondevano si senza nemmeno capire troppo, c'era tanto rumore e non ricordo le domande, e c'era il pubblico, son quelle risposte che dai senza pensare.
La società in cui vivevamo era basata sulla tripartizione dei ruoli: gli insetti insegnavano, gli animali si occupavano della sanità e gli uomini della legge.
il bello è che no c'erano problemi di comunicazione: ogni essere umano comprendeva il linguaggio degli insetti e degli animali, senza che questi parlassero il linguaggio umano. ci si capiva così come si era.
chiamarono anche me e io risposi alle domande automaticamente, come gli altri, senza capire troppo, e scoprendomi in disaccordo, mangiandomi le mani perchè non avevo detto la mia voce contraria, ma non credevo davvero facessero sul serio. volevano cacciar via gli intti dall'istruzione, e io non capivo il perchè, mi ricordo chiaramente che pensai al mio professore che era una blatta-scarafaggio gigante che insegnava comunicando con le antenne: -è solo severo, ma bravo!non capisco perchè cacciarlo..-pensai.
però la folla forte del consenso stava già inseguendo gli insetti sulla strada battuta in mezzo ai campi, e questi scappavano come potevano.
Io delusa mi incammino per il campo di grano- o pannocchie non so- che ho di fianco,andando in un altra direzione rispetto la massa, e passo vicino a un carretto di legno abbandonato che vendeva pane o qualcosa del genere, guardo la folla e mi rendo conto che si è rotto qualcosa definitivamente nell'equilibrio generale, gli uomini non avrebbero più capito il linguaggio degli insetti e l'equilibrio tra le specie era caduto così, per la voglia di potere dell'uomo. Da quel giorno era iniziata la nuova era, quella presente.

Ipotesi di Analisi:
1.la volontà di rinnovamento del mondo scolastico si basa sul sensazionalismo ma non sulla qualità, si urla e la gente non capisce mentre prima si comunicava anche senza parlare...e io che voglio far l'insegnante vedo che il mio mondo non c'è più..questo ancora più palese da quando han chiuso la SISS e ora non c'è nulla per formare il METODO di un insegnante..
2. questo è specchio dei problemi di comunicazione che ci sono attorno a me e che mi fanno incazzare..tutti potremmo capirci ma a volte qualcuno si impone e manda a quel paese la comunicazione
3. questo è un modo che le blatte hanno escogitato per cercare di essermi simpatiche..

concludo dicendo che il sogno non mi ha fatto paura, non è un incubo...e mi ha ricordato un po' animal farm, anche se non l'ho mai letto...che ne pensate??
baci mery

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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO