sábado, 27 de marzo de 2010

 

aria fresca!

sveglia presto, ancora, per il sole, e si apre la finestra per poltrire ancora qualche minuto sotto il piumone...poi bella musica e pulizie, pulizie pasquali che tra poco arrivano edu e sofia (Pasqua non era di certo una motivazione sufficiente per pulire!), poi pantaloncini e maglietta, SENZA CANNOTTIERA!, per andare a guida che tanto si sbuffa e suda, e dopo la mia consueta strigliata di corsa da malazeni per il corso di cucina, con il cuoco stanco che si racconta e gli si illuminano gli occhi quando parla, odori di buona cucina e di corsa a casa, col cielo che si rannuvola, e gli alberi in fiore lungo la via, a mangiare con bimbe schizzatine per il cambiamento del tempo, che piangono gnolano frignano ridono fanno rumore, e rubare i pantaloni leggeri dall'armadio, yogurt al supermercato e a casa, a provare i pantaloni perchè son vanesia in fondo, e quest'aria che apre i polmoni e...
e si aprono finestre e tra poco si dà lo straccio, che ci vuole. e si studia, magari!

giorni in cui si riprendono contatti sospesi da un po', e con gioia si scopre che son sempre lì, carichi di novità e voglia di restare in contatto, nonostante i periodi di silenzio...
Anna, la mia amica dai capelli rossi, s'è laureata ed è stato proprio bellooo!!!come sentirsi in famiglia, ed eran mesi fitti che non ci si vedeva..ieri clara, poi lorena e borja su skype, e fede, la stefi, l'adri..e l'antonella del café de la paix che finalmente fa il turno di mattina..
oggi le partecipazioni di nico, e tra meno di due mesi sono a ROMA!!!!!!
piccole piccole cose che danno sapore a queste giornate strane, sempre più vive, frizzanti, e la mia voglia di uscire e ballare e stare fuori e gonne senza calze e sandali cresce cresce cresce!!!
la primavera mi fa diventare una bestiolina felice, e ora vi saluto!un abbraccio a tutti voi, vicini e lontani, che mi aiutate ad esser la persona ottimista carica contenta che sono!
mery

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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO