domingo, 24 de enero de 2010

 

sindrome da mary poppins

ascolto musica nostalgica e ho lacrime facili e fastidio e nervi tesi in questi giorni e non so bene perché..motivi non ce n'é uno solo, la testa frulla in pensieri, do' la colpa agli ormoni e forse son proprio loro, ma magari no..

ma volevo presentare la Sindrome da Mary Poppins oggi.
ognuno del film ricorderà certo la tata magica che risolve i problemi e lascia tutti allegri. Ma a me vengono i lacrimoni ogni volta che la vedo guardare la famiglia felice e ripartire volando nella nebbia londinese col suo ombrello. E lei, come sta, Lei??
Non é facile star dietro ai bimbi. Cioè, si, non é complesso, ma i ricordi che restano nel tempo, almeno per me, son le difficoltà, le incazzature, i problemi di gestione, le fatiche. Poi... mi ritrovo di nuovo a tu per tu con pupetti, nanerottoli di pochi mesi e...scatta. Scatta il meccanismo solito, mi ci affeziono, anche dopo un giorno solo, e il lavoro non pesa e vien voglia quasi di non farsi pagare, spero di non averlo mai detto a nessuna mamma sennò non guadagnerei davvero più nulla, però mi sento quasi in colpa a chieder soldi per qualcosa che mi fa stare bene..
Si, perché mi fa stare davvero bene!mi sento più serena, in pace col mondo, contenta di quel che faccio.

e quando é il momento di salutarsi...
le poche ore passate insieme si sentono, e lasciano un gran vuoto. Si chiama sindrome (depressiva?) da Mery Poppins. L'ho inventata io! Forse é anche per questo che son così scrumica in questi ultimi giorni.
e un po' megalomane, a far paragoni di questo calibro!
un abbraccio, una ninnananna a tutti quelli che riposano
mery




ps: si dai, ci vuole giusto un sorriso e un ombrello volante per il lieto fine! :)

domingo, 17 de enero de 2010

 

divagando tra i tetti..

affacciarsi alla finestra e, scalzi, scavalcare il balcone,

un piede alla volta,
 issandosi,
 con passo dapprima instabile,
 ai coppi rossi che ogni mattina saluti appena sveglio,
e ogni notte, prima di chiudere gli scuri, guardi inquieto, ronronnando smanioso di essere esattamente li...

e questa nebbia sottile avvolge i pensieri
e bagna le tegole
 che sembra quasi di sentirle con le piante dei piedi, umide scivolose vive,
crocicchio di mille possibili sentieri sopra i sospiri i pensieri i sogni degli altri che non alzano lo sguardo o almeno non sospettano di te,

 e tu curiosi tra le luci che si accendono nella sera, saltelli discreto canzoni, sgusci ingolosito tra i profumi nei labirinti dei mondi altrui che visiti senza entrare,

leggero sulle cose cammini,
come foglia o passo felpato quasi di danza.




jueves, 7 de enero de 2010

 

succhiare libri. Lentamente..

assaporare, gustarne le parole, lasciarle macerare. dopo voracità e indigestioni, riletture che passano per i tre stomaci di ruminante per disossare la struttura carpire concetti brucare frasi

eccomi in stallo

un libro di racconti tra il comico e il grottesco alberga nella mia borsa-casa
e con fierezza procede lentamente, sbavando le sue storie compatte nel tempo
ma il filo rimane costante e collante, nonostante il sonno che interrompe, nonostante siano racconti brevi

come se
non volessi finire questa discussione sconnessa
come se sapessi che lo divorerei in un sol boccone se me lo concedessi
come se mi tenessi sul filo della tentazione, tra la pigra indolenza e la frenesia, la voglia del possesso completo.

forse, anche questo é il Piacere della Lettura.



 

propositi per l'anno nuovo?


LA PRIMA OCCHIATA

dalla finestra al mattino
il vecchio libro ritrovato
visi entusiasti.
neve. il mutamento delle stagioni.
il giornale
il cane
la dialettica
docce nuotare
vecchia musica
scarpe comode
comprendere
nuova musica
scrivere piantare
viaggiare cantare
esser cortesi

B. Brecht, 1956

viernes, 1 de enero de 2010

 

ode al 2009 passato

anno intenso, pieno di imprevisti e colpi di scena..anno che inizia a dire il vero dalla fine del2008, col matrimonio di mia sorella, e lei quui incinta, e la nascita di Lubin già un dicembre fa...da lì la Vita ha preso la ruzzola! salutiamo Lucia e Lubin, i miei vanno giù per febbraio, Marie viene in Italia e diventa mia coiquilina (marieee je t'aimeee!!), poi la vita con quelli del suo Master, e l'edicolante, e la mia vita vagabonda per case, poi i miei che tornano, pasqua al de marchi mentre si scopre che papà ha tumore, la paura, gl esami, le corse, in equilibrio per non rompere i cocci delle sensibilità altrui e rompendoli con una metodicità sorprendente, poi lucia che torna con lubin, l'operazione, i giorni avanti e indietro dall'ospedale, l'arrivo (splendido!) di annalisa, le lotte per la tesi, esami equilibristi e acrobatici, scrivere di notte e le mezz'ore di sonno sulla panca davanti al pc, lacrime sensi di colpa nero nero nero e il tentativo di essere nel modo giusto, la sensazione di non sentirmi più...poi gli esami che vanno e vanno bene, una tesi finita non si sa come, papà che esce dall'ospedale e ci rientra dopo pochi giorni, con un bello spavento soprattutto mio e di lù...poi la tesi, finalmente con la famiglia riunita, la minore delle ansie in tutto questo ambaradàn...poi facce nuove, tante facce nuove che mi hanno accompagnato in tutto questo, che ci si ritrova sulla strada un po' per caso (ed é bello!), persone che ti riabituano a respirare...
poi lucia che riparte, io che mi sfumano le mille proposte di lavoro trovate e che vado in sicilia da andrea, mentre mirta é in italia, lucia che torna un po' a sorpresa e che ora é qui con noi che cerca casa, binda che é qui pure lui, e lubin e annalisa che crescono insieme, e io che son la zia più felice del mondo, e la Patti che mi ha fatto conoscer persone che ora son davvero importanti per me..e si la bici rubata, e antonio e la debbi trovati, e lucamagi, ale, roberto...e con lui grazietta in primis, e tutta la vita che c'è dietro e insieme..
e mi ritrovo all'inizio dell'anno nuovo con mille e mille matrimoni nell'aria, quello di sara che é fisso nel cuore, con persone costanti, altre riscoperte, altre spendidamente arrivate e presenti..
e sono curiosa di vivere questo 2010, con la patente che verrà (perchè ormai ci siamo!), con l'università iniziata alla grande, con compagni di corso splendidi,con voglia di vedere come crescono i semi gettati alla fine di questo 2009, e secondo me promettono molto bene!
e, nell'attesa, sono FELICE!
vi abbraccio forte!
mery

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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO