domingo, 21 de junio de 2009

 
sorridi e la vita ti sorriderà, questo il messaggio di oggi, pescato a caso da un cappello.
oggi che ho dormito più di 10 ore credo.
erano secoli che non succedeva. qui la vita sta diventando una girandola di imprevisti, in cui non puoi neanche permetterti di stare male perchè non c'è il tempo o l'opportunità o c'è qualcosa di più importante da pensare o arriva la metà bella della situazione e sarebbe proprio da ingrati chiudere gli occhi e non vederla...
in questi giorni penso che niente mi possa buttar giù, perchè ci son troppe cose che potrebbero farlo ma io resto in piedi, un po' per inerzia un po' per ripicca un po' per tenacia, un po' per dimostrare a me stessa che valgo qualcosa...ma soprattutto perchè c'è bisogno c'è bisogno di esser forti allora prima magari lo si simula ma presto lo si diventa davvero.
e io sono forte, anche se avrei voglia di piangere, ma tanto non si può fare.
sono forte, anche se vorrei mandar tutto a puttane, lo studio è l'ultimo dei miei problemi..
penso che inconsciamente sto mettendo così tante energie nel cercare di restare intera, in piedi, che tutte le altre sfighe scivolano sopra....tutte le 'inculate' quasi non le sento più..mi adatto a situazioni difficili perchè mi sembra quasi come se questa dovesse diventare la mia normalità. quasi non me ne accorgo davvero più...spero sempre solo di avere attorno a me persone che non se ne approfittino. alla fine tutto va bene e non mi poso lamentare.
ma ho paura, ho bisogno di un po' di nidi in cui potermi ricaricare,per poi volare ancora... non voglio scaricare lemie ansie su persone che ne hanno già, ma questo non vuol dire non averle...
che il Signore ci custodisca e ci protegga.buona domenica a tutti.
mery

Comments:
mery, è difficile..devi essere forte ma alla stessa volta hai il diritto di piangere qd hai voglia o bisogno..e per quei momenti, se nn trovi nessuno vicino a te, io spero di essere su skype per te!!
(cm'è la vita telematica!!hihi)
t sn vicina e t penso!!
 
Publicar un comentario



<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?

AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO