domingo, 10 de mayo de 2009

 

notte di luna piena

eccomi qui e sento che la luna attira i miei liquidi e mi fa sentie la mancanza di quello che non ho, è una cassa di risonanza gialla dei miei pensieri ma assorbe i suoni e così ieri ero contenta forse oggi sarò soprattutto stanca ma non riesco a non pensarci...vedo le cose oggettivamente e so come mi dovrei porre, ma conoscere non vuol dire fare, e così ondeggio ondeggio ondeggio e vorrei esser dappertutto e al meglio ma esiste questo mio cavolo di cuore che ogni tanto si ferma e decide lui senza ascoltare la testa..si sono una persona dissociata...stasera ho passato una mezz'oretta pensndo cosa poter scrivere su un bglietto di auuri per non sbilanciare gli equilibri e per passare il messaggio inosservata..
risultato: messaggio mediocre, niente di quello che volevo dire, perchè anche se penso cose tranquille e a volte davvero innocue, le vivo col cuore e così ogni mia parola può risultare ambigua e creare problemi,,,che palle cavolo quanto mi rode non poter scegliere di dire quello che penso.magari non lo direi, ma non sentirmi libera di farlo mi pesa eccome.
vedi la luna cosa combina!
mery lunatica e con la la digestione dei problemi lenta lenta lenta...vado di china martini?^^
..e che no ho ancora una volta il coraggio di dire quello che ero venuta a scrivere...vabbè ogni cosa a suo tempo!ùciaooo

Comments:
e k cosa volevi dire?
ma dai, ieri era luna piena!! nn me ne ero accorta! forse è per quello k nn riuscivo a dormire!!hihih
qd c sentiamo via msn?? sn emozionata!!hihihi
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO