viernes, 20 de febrero de 2009

 

favole...


sono cappuccetto rosso e il lupo...sono circe e ulisse argonauta...sono didone e enea, sono un clown e serissima, sono silenziosa e logorroica...sono veggente e cecata, sono appassionata e indifferente...sono la morosa con cui molti credono di essere stati e che non è mai stata con nessuno di loro...sono vicina come andromaca e distante come elena, trasparente ed ermetica, colorata e in bianco e nero, sono gioia e pianto, luce e ombra...
sono il personaggio di ogni racconto, il mondo è un libro infinito di fiabe da raccontare, e io ne sono un'interprete, e costruisco favole con chi incontro...sono ogni maschera, ogni personaggio, a seconda della storia in cui navigo...
e ogni racconto è solo una parte del Libro, limitante vederlo come unico, unica visione delle cose, unico mondo per sé...
sono talpa, timida, ma pure betty boop o cassandra o medea o lady macbeth o didone o teseo...sono una vamp, una virago, una vittima, un dandy ironico, sono dorian gray, dottor jackill e mr hyde...cenerentola e le sorellastre,il gatto con gli stivali e il figlio sprovveduto, hansel e gretel e la strega, biancaneve e ognuno dei sette nani...sono l'orso e riccioli d'oro...son cathy péconne..
siamo persone complesse, a tutto tondo!
buon Racconto a ognuno di voi!

Comments:
k bello, no??mery, cm stai??
 
Il y a un livre où on ne trouverai pas de discusion lol, le libre des 365 contes, un pour chaque jour de l'année he he, mais je n'ai jamais pu lire qu'un seul, je voulais toujours plus, plus, plus... et c'est comme ça que les éditions ne ferment pas ses entreprises hi hi
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO