sábado, 17 de enero de 2009

 

A T T E S A

sono tesa tesa tesa tesa come una corda di violino...
fACCIO fatica a prender sonno pur andando a letto tardi, faccio sogni che lasciano l'amaro in bocca al risveglio, ho pure un po' male al cuore, gola secca e pensieri in testa...
son due giorni che appena posso do' un'occhiata al sito dell'istruzione e son due giorni che non ci son ancora risultati...e son due giorni che non so più cosa temere né cosa sperare... un pensiero negativo tira l'altro e fanno nebbia quando invece dovrei aver mente limpida per studiare, visto che l'esame è vicinissimo e io sono indietrissimo...
avrei bisogno di una fuga tattica..perchè si, IO SON VIGLIACCA...o almeno, spesso vorrei esserlo, e a volte mi controllo.
ma ok, siam qui, speriam di esser sul treno, qui tutto si muove e devo capire dove mi sto muovendo io.
respiro.
cielo grigio fuori, cielo grigio dentro..
speriamo che domani ci sia il sole!
ps. nel sogno, ancora una volta rifiutata...che esser la seconda scelta sia il mio destino? non ci voglio credere...se così fosse, io non ci sto.
potere ai sogni positivi!!
perchè io ci credo che ci sia un treno, una strada per ognuno...è quello che mi spinge a camminare, ogni giorno..
se vi scapa una preghiera, è ben gradita!
buona giornata
mery

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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO