viernes, 2 de enero de 2009

 

ops...^^

pues que suerte a caer asì!hé desmayado (se dice asì?) yo tb, pero que maaallll!!
he abierto una puerta con mi cabeza, que suerte..
tengo un chichon enorme y negro y enchado, y no me pasa nunca dedesmayarme asì!!
bueno cuento cuento cuento:
un coche abierto con filo de hierro, un monton de hielo por las calles, un monton de gente que no conocia...
necesidad de relaciones sociales, porque fue a la fiesta con il casso e su novia, y aunque si me gustan un monton, no quiero molestar..
he bailado, bebido, hablado, estado afuera mucho tiempo, hablado, ligadoooo...
no queria ligar, tengo pelos como arboles en las piernas por eso, y en las axilas tambien...
bueno las cosas andan aunque si no es lo que buscamos...sobre todo creo que se encuentran las cosas cuando no se buscan!
bueno es alto sin pelo y de milan y quiere pasar por aqui en estos dias..
no sé no sé no sé me gusta mi autonomia y no quiero perderla, no quiero historias de follar o algo asi, no quiero empiezar algo a distancia pero me gustaria verlo otra vez
simplemente asì
^^
warrerias muchas, gentil pero no sé habla en una manera rara!
os contaré!!!!
un besoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo

Comments:
mery...
pero cómo puedes hablar de estas cosas por aquí???jajajaja
 
jajaja tala esos árboles!
 
es que espero que solo vosotras compreneis hihi
 
Mery!!ma mi puoi spiegare cm si mettono le foto???
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO