viernes, 23 de enero de 2009

 

angese dolce agnese...


un piatto di lumache, non le avevo mai mangiate..
e quattro chiacchiere in compagnia, serenamente...
e la storia di persone che conosci già che ti viene raccontata, per la prima volta, e tu che ascolti curiosa perchè non sai tutto..e vuoi sempre più bene a quelle persone a cui hai la fortuna di stare vicino..e non te lo saresti mai immaginato mai COSI', ma il bene si trasmette...e il motivo per cui le hai conosciute passa in secondo piano, non sono più per te 'morosa di', ma Amica..
e questa è la magia di stasera..mi sento a casa anche a casa della Cate, e le voglio bene, e ci sto bene, e grazie al Casso che ci sta insieme e che mi ha permesso di conoscerla...

grazie alle chiacchiere di chi mi ha consigliato il vino, grazie a chi mi è stato vicino in questi giorni, grazie a chi mi regala un sorriso

grazie per le parole spese e le favole raccontate, grazie a chi crede in me anche quando io non son tanto fiduciosa..

e bonalè con l'aria da tragedia, non è mica morto nessuno e il mondo è pieno di belle cose da fare!

e chissà se ci si rivedrà un giorno, voi come clienti e io dal bancone del fruttivendolo a darvi carote zucchine e mele profumate..^^

un bacioo
mery

Comments:
bella foto!
è molto bello sentirsi bene con le persone, scoprirle piano piano e che ogni giorno che passa diventino più importanti per te..
ps. mery, ma mi spiegherai un giorno cm si fa a mettere le foto??? appena sei collegata al msn mi dici!!
 
oui, c'est très positive la photo.
anche io voglio sabere comme fare colle foto!
 
Evviva, l'arcobaleno!
Diego
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO