sábado, 13 de diciembre de 2008

 

ho songato qualche giorno fa che ero in casa, casa buia...vedevo qualcosa muoversi e credevo fosse una blatta,e invece era un passero...che saltellava libero in casa mia, sereno...
non lo so ma mi ha dato speranza...
ora che ho paura
ora che mi sento insicura
ora che faccio finta di esser forte
ora che ho bisogno di volare

Comments:
k bel video! no??? cm stai?? fa gli auguri a Lucia da parte miaaa
 
mmm...io avrei scelto montpellier..ma tutte sono belle, e Tours lo sappiamo già!!cmq secondo me vinci Tours, pensa k il compleanno di Edu è il 26!!è chiaramente un segno!!!
 
no puedo ver el video yo tampoco!
es verdad lo del cumple de Edu y veroh, pèro falta mucho aun. besos.
 
soy Lore jaja
 
anche io ho tante cose da raccontarti..o forse neanche tante..cmq in questi gg non sarò molto a casa. Venerdí parto per madrid per il concerto di Ismael Serrano e resto là fino al 26..quindi c sentiamo qdo sarò là, k avrò più tempo e sarò più a casa..immagino!!
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO