lunes, 6 de octubre de 2008

 

è tutta una questione di tempo...

...o di tempismo. penso di esser sempre stata fuori tempo: sono nata un mese prima, e tutta la mia vita l'ho passsata cercando di esser il meno in ritardo possibile...
arrivo troppo presto quando poi c'è da aspettare e troppo tardi quando c'è da esser puntuali..
e così pure coi miei pensieri, con le mie scelte, che hanno dei ritmi assolutamente imprevisti pure per me...
io macino, macino macino ma poi arrivo ad esser consapevole dei miei pensieri solo quando diventano così forti che non si possono più ignorare...quando mi si schiaffano in faccia.
e allora per me diventa naturale cacciarli forti come li sento, ma tutti rimangono a bocca aperta perchè è scoppiato il vulcano inaspettato, il terremoto con tutti i casini che porta.
io rado al suolo, e non ne vado fiera..

dovrei imparare a rendere questi processi un po' più consapevoli, per farmi capire prima agli altri, prima che la scelta sia irreversibile...
ho mollato gli scout, perchè sento di non avere il TEMPO di risolvere le cose da dentro...e seguire tutto quello che vorrei, pensando pure a me stessa...
lascio nella merda trenta ragazzi e un tirocinante, a inizio ottobre.
non potevo davvero farla più sporca.
molti sono incazzati e delusi di me, e hanno piena ragione, pure io sono delusi di me.molti dicono che avrei potuto farcela tranquillamente.
ma non riesco ad accettare compromessi.
ho lasciato il lavoro e mi è costato fatica, lascio pure gli scout per puntare al mio sogno, per riuscirmi a laureare a luglio senza ansia e senza poter rinfacciare a nessuno eventuali perdite di tempo...lascio gli scout perchè per cambiare cio' che non va ho bisogno di tempo, e un anno non mi basta, visto che l'anno prossimo conto di partire.
lascio gli scout per poter fare i conti onestamente con me stessa, per conoscere un po' meglio i miei limiti.
scelta discutibile e sofferta e con gravi conseguenze.
mi piacerebbe esserci arrivata prima. mi piacerebbe fare meno rumore. mi piacerebbe imparare ad accettare compromessi e vie di mezzo, riuscire a star bene e salda in me anche in ambienti in cui faccio fatica.
ma non ci riesco.
vi chiedo scusa.
non sto bene, forse non sarà la scelta migliore, ma l'ho fatta..
egoisticamente, forse seriamente per la prima volta.
non ne vado fiera, ma sono anche così..

mery

Comments:
beh, anche io mi sn sentita un po' cosí qd ho lasciato il lavoro, ma dopo un gg, passa. Soprattutto perché è quello che vuoi fare..gli altri nn ti possono giudicare per una tua scelta, perché è la tua vita e loro non sanno come vuoi viverla..e tu ti devi sentire con libertà per poter fare quello k vuoi..ne hai solo 24 anni...se nn fai quello che vuoi adesso, qd??Qdo uno prende una decisione la prende con tutte le sue conseguenze belle e brutte, non vale dire dopo voler tornare indietro, prima perché non si può e secondo perché dimostra che nn si è maturo..Uno può sbagliarsi, ma nn lo saprà finché nn passa un po' di tempo. L'importante è k tu sia felice!
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO