miércoles, 22 de octubre de 2008

 

l'angelo custode esiste!

ieri mattina ho più o meno iniziato la giornata con un contatto diretto col mio angelo custode...
come tutte le mattine, che ormai son buie, vado a lavorare in bici alle 6.50 sulla s.donato, strada di passaggio di camion eauto per chi non la conosce...
come tutte le mattine, luce accesa di dietro e andatura veloce, per arrrivare in orario..
all'immissione di una strada sulla via dove vado, mi sposto sempre un po' più verso il mezzo per farmi vedere dalle auto che arrivano. visto che quelle che devon girare nella mia stessa direzione hanno uno stop e io la precedenza, rallento un po' ma non mi fermo...
però una di queste macchine on mi ha visto..provo a farmi vedere di più ma la macchina prosegue, mi cuccia involontariamente la ruota dietro e io vengo proiettata in bici (si perchè on c'era spazio per cadere!) nella corsia apposta...macchine in dirittura di arrivo e io in mezzo alla strada.
non so come, son arrivata sul marciapiede opposto prima che un auto mi falciasse.
GLI ANGELI CUSTODI ESISTONO DAVERO!!
il tipo della macchina s'è fermato, spaventatissimo e preoccupatissimo pure lui...ci siamo abbracciati, avevamo tensione da smaltire, è bello abbracciare qualcuno contenti di poterlo ancora fare, di esser ancora vivi.
così è iniziata la mia giornata.
cheè proseguita con lavoro, pranzo, ripetizioni di mate fatte, studio in biblio col carme 64 e teseo smemorino, poi chiacchiere rincuoranti con baghi, poi a casa,,e credevo di restarci pure, e invece fuori, per altre chiacchiere, per altro respiro...
è bello sentirsi vivi!
mi sono chiesta come sarebe stato lasciarci le penne. un bel colpo di scena. potrebbe succederee, sarebbe davvero potuto. ma si vede che pure qualcuno lassù crede nei miei progetti, e vuole lasciarmeli realizzare,sperimentare, e sbagliare, e riparare, e cadere e rialzare..vivere, insomma...ancora un po'.
un abbraccio a voi, a cui voglio bene a volte pure un po' più che a me stessa..
mery

Comments:
mery, siccome nn è la prima volta k ti succede o k hai un incidente cn la bici, il mio consiglio per te e per il tuo angelo custode, è k dovete fare più attenzioneeeee
hihi
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO