martes, 23 de septiembre de 2008

 

settembre

settembre porta l'anno nel palmo della mano, come se fosse un bruco che si muove o una coccinella cercando di capire come e dove andare..
la linea della mano da seguire...la passione secondo thérèse...
se in quelle linee segnate dal lavoro, dalle bruciature, dai calli, riempite dalla crema e seccate da freddo sole e vento..se in quelle linee così simili alle strade delle venauture di ogni foglia del Creato... se in quei segni ci sia già un'impronta di quel che siamo, di quel che saremo...la coccinella annusa e testa e si muove a volte svolazzando per capire meglio...più o meno fa così anche il bruco, ma non svolazza perchè per fortuna è senza ali..
questi movimenti solleticano..e quasi ti vien voglia di scuoter la mano, perchè questo solletichino è fastidioso, ma un po' sei curioso di sapere come, dove va a finire..
penso che bene o male per capire bene come va il vento bisognerebbe aver tempo di fermarsi e ascoltarlo un po.
mowgli lo faceva alzando un dito umettato di saliva, in alto...
io lo faccio cercando di tener le orecchie dritte, e di mettere su mano tutti questi nuovi fermenti, questi semi che alcuni son già diventati piantine perchè la natura ci sorprende e non aspetta..
mi guardo intorno tra l'inquieto e l'euforico, sembra che tutto cambi così in fretta...non fai in tempo ad aver paura o timore di una cosa che si volge al megio, ma appena ti giri ad ammirarla compare una nuvola nuova, ma poi pensi..a... e già si alza un vento da sud per spazzarla via...
è settembre, cambiamento, inizio..
presto il cartellone che continua a ruotare senza sosta farà uscire pure il mio treno, e chissà per quanto tempo sarà quello..
chissà se sarà in oriario o pieno o in ritardo o tutto per me..chissà se viaggerò in piedi o a sedere
di sicuro non sarà un viaggio facile, a me non piacciono troppo...
ma ciuf ciuf il treno parte la coccinella vola la mano lievemente nostalgica saluta queste linee che si confondono...ale op chissà se con una penna o un libro o uno zaino in mano
si va
incrociamo le dita
pensiamo una preghiera
per tutti quelli che partono che restano che sono in viaggio, che lo sappiano o no
per quelli che han paura e per chi è coraggioso
per chi ha ancora la mano chiusa e per i bruchi che diventano farfalle
per chi ha il coraggio di cambiare ancora, ogni giorno o solo ogni tanto, quando serve..
per la polvere soffiata via, per ogni inizio

Comments:
Per ogni inizio...
Ho lasciato il lavoro oggi.
Sabato torno a Sevilla.
Vediamo!!
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO