sábado, 12 de abril de 2008

 

quando le canzoni che senti sono lo specchio di quello che vivi...


It's hard, hard not to sit on your hands
And bury your head in the sand
Hard not to make other plans
and claim that you've done all you can all along
And life must go on

It's hard, hard to stand up for what's right
And bring home the bacon each night
Hard not to break down and cry
When every idea that you've tried has been wrong
But you must go on

It's hard but you know it's worth the fight
'cause you know you've got the truth on your side
When the accusations fly, hold tight
Don't be afraid of what they'll say
Who cares what cowards think, anyway
They will understand one day, one day

It's hard, hard when you're here all alone
And everyone else has gone home
Harder to know right from wrong
When all objectivity's gone
And it's gone
But you still carry on

'cause you, you are the only one left
And you've got to clean up this mess
You know you'll end up like the rest
Bitter and twisted, unless
You stay strong and you carry on

It's hard but you know it's worth the fight
'cause you know you've got the truth on your side
When the accusations fly, hold tight
And don't be afraid of what they'll say
Who cares what cowards think, anyway
They will understand one day, one day.


sara, grazie per avermi caricato l'mp3...quando torni a casa con subbuglio dentro, in bici, e musica e cielo che corrispondono a quello che senti...mammamia ho pianto come una scema!!!ma che liberazione!!!e ora sono un po' più serena, grazie a voi...

un abbraccio forte

mery

Comments:
Amélie!!!!!!!!!!
ce l'ho anch'io sul mp3!!hihi
mi manchi, mery!!
mirta
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO