domingo, 27 de abril de 2008

 

è primaveraaa

dovrebero esser di ritorno i miei amichetti scout che erano ad assisi...
oggi sole battesimi, ieri ceretta (grazie sara!!) e ritorno di papà...
il 25 giretto per i luoghi d'infanzia, che sembrano così piccoli ora...Chisina, la Casa dell'Impiccato...con sara e mamma, che ridere!
e oggi, passeggiata per il parco, tra parole crociate chiacchiere e Purgatorio..
ed è bellofar quattro chiacciere coi genitori e i nonni che trovi al parco e ti riconoscono e chiedono proprio di te...è così che ci si sente a casa..
un grazie di cuore a mamma e sara per questi giorni, in cui hanno dimostrato un'incredibile pazienza...
mirta ha trovato lavoro e ora è ad asturias con lore...io ho iniziato a cercare i biglietti per liège
ho voglia di viaggiiiiiiiiiiiiiii

un abbraccio forte forte
mery

Comments:
no, no, mery. non più trovato lavoro, all'ultimo mi hanno chiamato e mi hanno detto di no. Oggi sn passata dal negozio e mi sn sentita una stupida.
sn stata molto bene ad asturies, spero di parlare presto cn te e t racconto! conosciuto vacasombra...una delusione!hihi
mi sei mancata tanto!!
 
un anno fa stavate venendo da me tu e lucia..qd mi mancavano pochi gg di stare in italia..pufff
qd torni da rimini?
domani parto per sevilla, compro scheda e lunedí t kiamo!!
marta
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO