jueves, 10 de abril de 2008

 

non pensarci2.

"come stai?"
e che ne so io?basta un minuto per rispondere a una domanda così? potrei fare un soriso di circostanza e dire bene!oppure se ho voglia di compassione deviare su:'altra domanda?', o se mi sveglio male 'va tutto storto'...
in realtà non so come va. non capisco...
succedono vagonate di cose, cerco di viverle con ottimismo, cerco di lasciar scivolar via le tensioni e attaccarmi a pensieri positivi...
non pensarci, mi dico, NON PENSARCI!!!ma come si fa??ok, non fasciamoci la testa. cerchiamo di entrare nel modo di pensare degli altri, e tutto diventa più chiaro, vero. fatto. funziona. ma perchè la 'rabbia' rimane? diventa rabbia verso me che ci sto male lo stesso, rabbia per quello che sento e non riesco ad annullare.
misto di stima e invidia per chi è così diverso da me e ha sempre una risposta in tasca, per chi sembra sempre sicuro e dà sicurezza, tanto che a volte credi che quelli siano i binari anche per te...ma allo stesso tempo, repulsione: perchè tanto controllo??perchè la presunzione di aver la risposta giusta? perchè io credo a te ma tu non ti metti in discussione?
e poi, c'è la coscienza di quello che si fa, i sensi di colpa per quello che si dovrebbe fare e non si fa, la rabbia per questa voglia che ho di fermarmi un attimo e 'respirare'...ma non ci si può sedere,,,,
c'è il rendersi conto dei propri limiti, scontrarsi con questi, arrivare ad ammetterli..che è DIFFICILISSIMO ma ogni tanto ci riesci..però quando ci riesci c'è chi ti dice: 'ma no tanto ce la fai'..oh quanta bella fiducia...ma se ti dico che FACCIO FATICA e ho bisogno di una mano?allora non mi reputi in grado di essere obiettiva nel giudizio su me?può essere..ma perchè ignorare la mia fatica?per comodo, per interesse, o perchè hai davvero fiducia??

è tutto un equilibrio sopra la follia..

questo è quello che mi frulla in testa e mi ingrigisce.
poi ci sono i pensieri positivi, ma quelli ho paura di rovinarli a dirli forte!^^
intanto ringrazio mamma che sa di me tanto perchè ha la pazienza di ascoltare e ironizzare, e sara che sa osservare...e starmi vicina..

vi voglio bene forte!
mery

Comments:
mery!
nn t preoccupare!c sn dei gg un po' cosí, anche per quelli che hanno la risposta giusta in tasca...
Che c siano persone che abbiano tanta fiducia in te, nn è male, anzi!! e sí, io sn una di quelle, che so che tanto ce la faccio perché hai tanta forza di volontà e costanza..e quello di cui parlavo l'altro gg sul mio blog, il gioco dei ruoli..ormai gli altri t vedono una supermery ed è complicatissimo far capire che ha volte nn sei supermery, anzi che sei minimery e hai bisogno di una mano...urla, perché le persone, a volte sono sorde, o fanno finta di esserlo..
Ora vado o perderò il bus per sevilla!
un abbraccio!!
ps.porto la scheda cn me!
c sentiamo!
mirta
 
Publicar un comentario



<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?

AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO