domingo, 6 de abril de 2008

 

non pensarci

alcuni ci han creduto, molti più di quel che immaginavo...no non mi sposo, dovrete ancora aspettare!
la primavera resta nell'aria, e tra le nuvole ballerine torna il sole...
venerdì con Sara abbiamo 'incontrato' questo film, e son tornata a casa un po' più sollevata...e poi Valerio Mastrandrea è splendido!!!mi ricorda tanto frà...
le elezioni si avvicinano, alitalia sta volando via, pioggia si alterna al sereno, i fiori sbocciano e il sonno aumenta, l'aria si fa frizzante e la natura si risveglia e germoglia, come i pensieri...
buona Domenica, gente!

Comments:
ciao piccola meri, come va?
Cos'è questa storia che ti sposi? Oppure no? Mah, che fai, mi superi?!?!
Ciao piccola, quanto tempo che non chiacchieriamo e non ci vediamo, mi manchi;ti penso sempre.
E ogni tanto leggo le novità sul tuo blog, ma il tempo non è mai abbastanza!
Un bacio grande e a presto
 
mery!
qui nuvoloso, avrò la sfiga e pioverà il giorno del mio esame, vedrai..hihi
e niente, domani di nuovo lunedí!!
MI MANCHI.
mirta (cn complesso di santa maradona!!)
 
volevo chiamarti, ma poi ho ricevuto il tuo sms k andavi agli scout...
dopo domani esame!!
pauuuuura!!!
mi manchi
mirta
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO