jueves, 17 de enero de 2008

 

Camminando insieme...

innanzitutto auguri Casso!
oggi è il compleanno di Akela, di quel matto in barba rossa che conosco più o meno da quando avevo 3 anni, quello con cui ho litigato tanto, riso tanto, parlato tanto...e a cui voglio davvero un gran bene!
è bello far strada con te, scontrarsi magari, scoprirsi diversi, ma ritrovarsi poi sempre per rimettersi gli zaini in spalla e ripartire,magari ognuno per il suo sentiero, sì...ma pure camminando insieme!

e a proposito di camminare...Ettore oggi ha fatto i suoi primi passettini da solo!!!
abbiamo letto il giornale e camminato. stiamo diventando grandi davvero!
magari domani me lo ritrovo che fuma la pipa...hihi
comunque, davvero un'emozione!
un abbravcccio
mery

Comments:
anche se cn un giorno di ritardo...AUGURI, LUCA!!!
Mery,scusa se nn t ho chiamato in qsti gg, ma nn mi sn fermata neanche un attimo, ho lavorato 12h ieri cm interprete (nn è andata tanto bene, t racconterò) e anche oggi fino alle 16h (k la cosa è migliorata)
magari esco fra un po', quindi se nn c sentiamo oggi, t kiamo domani!
 
mery,
nn ho trovato la scheda, quella k voglio io, per cui se vuoi comprarla tu per il momento...cm preferisci!ma voglio assolutamente parlare cn teeeeeeeeee
tvb!!!
 
ho visto l'amore ai tempi del colera...mah!bello, ma il libro è molto meglio..
baciiii
 
meryyyy
muoio dalla voglia di parlare cn te!!!!
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO