lunes, 26 de noviembre de 2007

 

LA RAGIONE CE L'HO...E IL CALCIO CE LO DO'!

con questa frase sbottò un bambinetto determinato, già allora...con capacità dialettica nn indifferente..ci sono certe cose che crescendo non si perdono: la precisione e l'ordine nel mangiare(senza sporcarsi le mani!!!), la testardaggine, lo sguardo da furbetto bimbo birba!
poi ci sono costanti del 'ceppo familiare': sopracciglia a spazzolino (legge del contrappasso con mamma che invece nn ne ha quasi?hihi!), come in ogni tuo fratello De Franceschi, mani grandi, dialetto veneto oltre po (fisicamente o anche solo telefonicamente!)...

poi costanti inter nos: zucca dura, stesso bioritmo da cesso..

poi qualcosa di te e me che sembra simile: ordine disordinato, e quando nn si trova qualcosa si chiama mamma.. vita in bici, riposino pomeridiano nel lettone...amore per gli stessi vestiti che si mettono anche se consunti...e si fanno riaggiustare all'infinito..stesso amore per la dialettica, e per le discussioni con buone basi, e pure discussioni serie...semifilosofiche a volte...

....il periodare forse un po' contorto e i puntini di sospensione che escon da soli, perchè INDICANO RIFLESSIONE...(hihi!)

che dire? mi sento davvero fortunata ad averti qui con me...ne abbiamo ancora di strada da fare per i tuoi 250!nn siamo neanche a metà!!!

auguroni di cuore papino, 69 nn son tanti, ma è già un buon inizio!!uno strucotto!

mery



Comments:
Auguri!!
k bello!
scusa se nn sn riuscita a chiamarti poi, ma sn andata cn Carmen a cena..
cm stai?cm'è nostro cognato??
voglio sapere!
mirta
 
mery!ho scoperto k nn ho soldi nella scheda..qsto pomeriggio nn sn uscita da casa..ma domani mattina la compro, ok?? e parliamo finalmenteee
mi manchiiiiiii
mirta
 
Il riposino pomeridiano... il momento più bello della giornata!
 
mery!ho comprato la scheda, quindi qdo ho un po' di tempo t kiamoooo
mi manchi anche tu
mirta
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO