miércoles, 14 de noviembre de 2007

 

AUGURONI LUCIA..


'fiat lux'..e Lucia fu!

qualche luna fa venne alla luce un esserino caparbio e strillante, sesso femminile senza dubbio..la prima, dunque, di quella che si dimostrò nel tempo una variata serie..

l'unica coi capelli lisci...così testarda da tuffarsi in anni e anni di medicina...così passionale da immergersi appieno nei suoi vari 'amori' che il vento portava...

fino a farla arrivare all'amore per l'Africa...

così matta, in fondo...ma pure così seria e determinata su quel in cui crede...che magari vista da fuori sembra un insieme strano da decifrare..

ma, cara sorella, ecco che semplicemente ti sento dentro me...

tanti mi dicon che ti somiglio, chi nel carattere chi nella persona..e ci son momenti in cui questo mi ha bruciato, sentirmi te senza sentire di conoscerti bene...ma vedere che gli altri mi riconoscono in te, è orgoglio e fierezza pure, è riscoprisi le radici dentro, è capirti un po' di più..

che dire, ti voglio bene

semplicemente, per quel che sei

e...se tu sei felice, io sono felice!non potrei farne a meno!!


uno strucotto forte forte

tua mery


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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO