domingo, 9 de septiembre de 2007

 

v-day



ecco rissunto brevemente il v-day per me...
un mare di folla, incredula di potersi riappropriare delle vie della città
con tanta voglia di dire, di fare
ma che rischia di non rispettarsi...fare grandi battaglie per la legalità ed esser i primi a barare sulla fila mi sembra giusto un filino incoerente!!
ho vissuto il v-day...alla fine avrei mandato a fanculo e scuoiato tante di quelle persone che è stato difficile contenersi..
non credo che lo scopo fosse propriamente questo..
bello però vedere che la gente inizia a interessarsi..
speriamo bene!!
ps: viaggiar in bici con la gente che occupa la strada...non lo auguro al peggior nemico, nè al monaco buddhista più in pace col mondo che ci sia...
io sono stanca morta, ho guardato la partita con papà, senza infamia e senza lode, mi piace il gioco di oddo e camoranesi...
che dire, belli!!buona notte!!
mery

Comments:
k cos'è il V day? il quinto giorno??? scommetto k dovrei saperlo..hihi vado a letto..bonne nuit, ma belle!
 
... secondo me Beppe Grillo è cretino...
 
Penso che Beppe Grillo abbia ragione.Ci sta troppa gentaglia in parlamento,sia da uno schieramento che dall'altro.Almeno un po di "rumore" da parte dei cittadini è giusto che ci sia perchè,la cosa più grave, è che ci si abitua sempre al peggio. E Vaiiiii,finalmente una presa di posizione:) Ciao mery.Hasta luego;)
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO