lunes, 17 de septiembre de 2007

 

ritorno..

eccomi di ritorno a casa...
penso che già sbagliare treno sia abbastanza sintomatico di quanta poca voglia ne avessi...
vorrei raccontarvi bene questi giorni allegri e bbelli davero, però c'ho un po' l'ansia che il pupo si svegli da u momento all'altro...hihi e poi non è sempre bene raccontare tutto...
come dice pure la calientapollas romana, è bello ritrovarsi e scoprire quanto sia piacevole e quasi naturale passar tempo insieme!un grazie speciale all'angolo del pettegolezzo,grazie nico matta e davide ex-rasta, io a novembre farò il possibile per venire alla tua laurea...e a dicembre nico....;)
grazie davide cambu che sei venuto pure venerdi...a mario per il pranzo abbondante e interessante, per le chiacchiere e la condivisione...
grazie a tutti per la cena, in cui mi son divertita davvero tanto!!
e bonalè che sennò divento pallosa
spero con tutto il cuore di rivedervi presto, perchè con voi mi sento a casa, semplicemente

vi voglio bene!!

mery

Da molti anni non mi chiedo più
quale posto è la mia casa
ho scoperto che la mia casa
è insieme a me dovunque vada
cammino senza legami
ho solo il vento che mi insegue
e il tempo non mi riguarda
perché il tempo mi appartiene
.

MCR, Il fabbricante di sogni

Comments:
mi è piaciuto tanto quello del fabbricante di sogni!wow!
k bello domani t vedo!!!!
ora mi metto a preparare la tesi..hihi
 
che bello il poema! mi piaze anche a me.

Lorena.
Ti voglio beniiiiiiiiiiiiiisimo
:)
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO