sábado, 11 de agosto de 2007

 

cadono le stelle, allora è vero, ma dove cadono non so..

san lorenzo è passato e non me ne sono neanche accorta.

stasera sono uscita per sbollire il magone,

quattro passi perchè il vento potesse spazzare via il nervoso,

perchè le lacrime cadessero senza far male..

..senza far troppo male..



quattro passi,

altri quattro passi.


camminare mette serenità.


la sera accoglie i pensieri, e la brezza notturna li culla.

la natura si riprende i suoi rumori, i suoi odori, i suoi spazi.

è bello guardare lo spettacolo della vita che prosegue calmo e costante, e calma con il suo respiro costante e tranquillo.

le stelle si affacciano, aspettando il buio più profondo per mostrarsi meglio.


e io mi calmo, e i magoni si addolciscono..i nodi si allentano...

il passo ridimensiona il correre del pensiero.


pronta..

ultima boccata, piena, intensa.

saluto le stelle che arriveranno.


suono, rientro. come il mimo, mi passo la mano sul viso, forza, sorriso!


e si riinizia..


le tenebre si sono, ma pure la notte ha le sue luci.

Comments:
sì, piccola, a volte cis ono luci che nemmeno ce ne si accorge, proprio perchè siamo sempre talmente presi dalle cose che non ci si accorge nemmeno dei giorni che passano, e delle occasioni che ci sono sotto gli occhi... mi spiace, spero che tu non abbia preso male quello che ho scritto, non era riferito al fantasma, ma ad altro... ci sono tanti modi per essere fantasmi o per nascondersi, vorrei solo che provassi di viverlo più serenamente... capisco che ti manca marta, è giusto che sia così, è lo scotto da pagare per il bene che si vuole, ma l'importante è non rinunciare, perchè comunque, almeno secondo me, ne vale sempre la pena! ti voglio tanto bene... e ricorda... l'importante è sempre "riuscire a fare sogni tridimensionali senza chiedere mai niente al mondo solo te... senza chiedermi perchè ti vedo dappertutto, anche in me... ti vedo..." e questo non te lo toglie proprio nesssuno... bacio piccola!ù
 
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L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO