sábado, 21 de julio de 2007

 

ritorni..

ieri io e dada sara siam tornate più o meno alla stessa ora..
la mia avventura francese s'è conclusa con 2 giorni all'aeroporto, in un clima ormai di gruppo vacanze..
voglia di tornare pari a zero, appena smetto di scrivere qui si riparte...spero di aggiunger pure foto di marie e micheal presto!!
merci à tous ceux qui ont rendu possible ça...
merci à marie (je t'aime!!!;)) et micheal et bruno qui m'ont (NOUS ont) logées...
merci à l'auberge et à la loire, à phil et au fantome et à dios aussi, (puff!!), merci à marta du support moral..
ms sourtout merci à toi lore
de cette avanture!!!
un grosso abbraccio pure a tutti i disgraziati superstiti dell'aereo, ormai nuovi amici...
perchè ogni fine è l'inizio di una nuova avventura!;)
quando si riparte???
mi mancate già!!!!!!
baci



mery
ps.che caldo qui!!1

Comments:
jajajaja
Mery! grace à te!
mi sono divertuta tanto!
Des jours vraiment intenses, comment quelques jours peuvent sembler une semaine et au même temps se passer si vite!
Je t'aime, je ne peux pas attendre pour des prochaines aventures, malgré l'argent... lol
Biz
 
Voilà el clarineteeeeeee
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO