sábado, 7 de julio de 2007

 

los caballeros que hicieron la empresa..

Le donne i cavallier l'arme gli amori
le audaci imprese io canto..
Così iniziava Ariosto il suo poema...
navigo tra personaggi di libri da ormai più di un mse, e la mia vita reale non so più quale sia, non so se è la mia o la loro..
ogni autore ogni libro ogni paura ogni sogno ogni psicosi ogni speranza rivive in me, attraverso me.. i libri non finiscono chiudendoli, i personaggi escono, me li ritrovo per strada, ci cammino insieme, in una sorta di soggezione e ammirazione e fascino misterioso.
oggi sono Tasso, tormentato e insicuro, alla ricerca del consenso, seppur nella sua voglia di libertà... lui diventa matto però!:)
in questo mondo di cavalieri erranti, nel medioevo narrato di pellegrini e viandanti, mi appresto anch'io a un viaggio liberatore, in continuo divenire, picaresco e un po' clochard..
un viaggio di incontri, un viaggio su più città, un viaggio che è un pò follia..
un viaggio con lore, che mi porta prima da marie, blois, poi dal fantome poi da lore con bruno, bordeaux...passando per la loira philippe marina e paris, micheal adriana, eurodisney...

viaggio evasione riposo con persone a cui voglio bene...per riprender le energie per ripartire...
viaggio con mirta in italia che porterò con me -magari fossi un portachiavi!!!quanto mi manchi!!!, viaggio con sara e bonzy in viaggio..
e penso ai croissant e non all'esame, la loira spazza via la furia di orlando e manda il suo senno e il mio sulla luna, spero che astolfo me lo riconduca prima dell'esame..;)



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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO