jueves, 12 de abril de 2007

 
una volta ci riuscivo.
il mio secondo anno dell'università lavoravo più di dieci ore a settimana, frequentavo le lezioni all'università, riuscivo a dare gli esami dei corsi praticamente al primo appello, con buoni risultati..andavo agli scout, sia a clan che a servizio in branco coi bimbi..
avevo un moroso che vedevo regolarmente e più volte al giorno.

perchè ora non ci riescopiù?cos'è cambiato?
lavoro 12h e mezzo al giorno, ho molta meno vita sociale di quel che vorrei-mancano le persone con cui l'ho avuta ben piena in francia...non frequento, non riesco piùa raggiungere gli stessi risultati per gli esami, non riesco a tenere gli stessi ritmi di esame.
faccio fatica a accettare la capitalizzazione del tempo che hanno gli scout sulla mia vita settimanale, ma qui la colpa è in maggior parte mia.

ho un po' i complessi nei confronti delle persone che riescono a dare esami senza studiare e andare pure bene. a me non interessa dei voti, è la cultura che mi interessa,ma il mio rapporto passionale coi libri forse non è adatto all'università.

mi chiedo dove sbaglio, dov'è che sono cambiata.
mi piace quello che faccio, quello che studio mi appassiona e vorrei davvero conoscerlo a fondo.
ora vado a dormire sperando che domani sia una gioranta produttiva...fortuna che almeno si studia con la bonzi..

dada non ti preoccupare, lo studio ha sempre questo effetto sul mio umore...se aggiungi che actimel è finito, niente yogurt activia, niente luay -neanche oggi...un record!, e coca stasera...beh ho detto tutto!in più ho scoperto hce tanta ciccia sta sedimentando in me e oggi ho pure saltato ginnastica...certo che il mondo ha problemi più gravi, in fondo!

se avessi una vita parallela, leggerei libri per bambini animandoli con la voce e coi travestimenti...farei la guida al museo raccontando il contesto socio-politico-culturale come se fosse l'Isola del Tesoro..avrei sempre gonne ampie e colorate e fiori e spighe in testa e spesso camminerei scalza...avrei un gatto che dorme ai miei piedi e mi coccola quando sente che ne ho bisogno..
non avrei bisogno di toccarmi la pancia perchè non ci sarebbero le mie protuberanze...fumerei la pipa e girerei sempre in bicicletta. non avrei mal di gola, e saprei nuotare...
scriverei poesie e libri per bambini e saprei disegnare e esprimere le cose come le immagino.
viaggerei tanto e saprei molte lingue e forse sarei vegetariana. riuscirei a stare pure in inverno coi sandali.
avrei una collinetta con alberi e il mio albero preferito con l'altalena e la vista su non soche ma natura...avrei fiori in casa e nessuna blatta e tanto sole...
avrei voi vicini e ci ritroveremmo quasi senza bisogno di dircelo e non sarei mai triste...
avrei la fortuna di trovare qualcuno per cui perdere la testa e che sia perdudamente enamorado de mi. e lo capirei con uno sguardo che è per me, ma tutto sarebbe molto naturale e lungo, e di punto in bianco mi sveglierei un giorno dicendomi che sono perdutamente innamorata di lui.
saprei le poesie a memoria e sbaglierei un po' meno le parole delle canzioni...
saprei fare ridere le persone ed essere un po' più tollerante...

ma la maggior parte di queste cose sono i miei progetti di futuro!quindi...forza!un abbraccio
loli ottimista
ps. bonzy vinci un'altra giornata di studio con me!uau!!!

Comments:
n'est pas si difficile!
achete un chat
écris des livres pour les enfants, essaye d'avantage avec tes scout!
mais ne soies pas vegetariène encore! tu te souviens? tu as besoin de viande, le contraire c'est anti-natura! alors pour m'assurer que tu vas bien manger je propose que le garçon avec lequel tu vas te marier soit boucheur! ou tedesco, qui mange bcp bcp bcp de saussisson.
Enplus ça va t'aider à... pas te toucher le ventre tellement, ne t'inquiètes pas, ton rendez-vous au water avec cette vie paralelle que je te propos serait tout à fait regulière.

Pour plus d'info consulter la bruja Lola et sa boule de cristal.

Bisous!
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO