martes, 3 de abril de 2007

 

tornati...


babbo e mamma son tornati ieri..belli splendidi come sempre...con più voglia di coccole che mai...che tenerezza mi han fatto!per la prima volta tutti e due hanno detto che gli siam mancate...non era mai successo...

la situazione dellla lù giù non è affatto rosea, la mamma è tanto preoccupata...e triste....io speravo che portassero buone notizie, ma invece proprio no...

vorrei riuscire a star vicino a questi due tesoroni a cui voglio un gran gran bene...

ma credo che non tutti i modi sian giusti!

il mal di gola continua, ma il centrifugato di carote e mele ha funzionato!oggi son riuscita a studiare nell'attesa in segreteria per il badge, il mio nonno preferito attuale , jimmy!!!, mi ha offerto un bicchiere di vino per bere in compagnia, che carino!e domani vado dal kebabegno per far due chiacchiere con lui...con jimmy, con luay..

oggi una donna che mangia ogni tanto lì, giordana, m'ha detto che son molto matura per la mia età...;)quando mi ha chiesto quanti anni avevo pensavo volesse dirmi che ne dimostravo molto meno!!hihiihhihihihii!mirta non vedo l'ora diaverti qui in italia...

ti abbraccio forteeeee!!mery


Comments:
mery!
ho saputo k mi hai kiamato ieri..t ho pensato tanto, anke ai tuoi..allora le cose nn vanno tanto bene? beh, appena arrivo in italia ne parleremo..cmq molto bella la frase di Baricco...
ora mi metto a scrivere la tesi..sn stanca morta!
mirta
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO