viernes, 30 de marzo de 2007

 
oggi un cliente m'ha chiesto se ero la sua ragazza...hihi!
poi in un momento di locale vuoto gli ho chiesto: che ne dici, domenica sera usciresti con me?peccato che ha già un impegno, quindi forse si esce domenica pome... il problema è che non ho la minima proposta concreta, voglio semplicemente passare del tempo con lui...mi piace mi piace forte...
oggi ho offerto kebab a un ragazzo vuccumprà che poverino si stava prendendo tanta pioggia e aveva bisogno di un po' di caldo...contento come una pasqua!!mi ha raccontato la sua vita, il poveretto studiava ingegneria nel suo paese e sta cercando di ragglanellare soldi per continuare studi in un paese di lingua inglese, perchè è quella che sa...solo che i costi sono alti...
e mi ha detto una delle cose più dolci che mi abbiano mai detto... "mi ricordi la mia mamma..."
che dolce!!!ha parlato in inglese ,a voce bassa bassa...ho capito poco...ma ha detto che quando mi vede è felice!:)gli basta poco!
luay mi ha accompagnato a casa pure oggi, s'è offerto lui, come al solito...ormai sa già dove fermarsi!e quando ci siam salutati, je lui ai donné les deux bisous comme toujours,(à vrai dire, un peu plus proches que toujours,....peut-etre que ce soit seulment une impression à moi..) et il me dit: ça suffit un... -désolée, je suis habituée comme ça...-bon, alors on fait trois!...et je lui ai donné le 3ème..j'ai fermé la portiera, il me fait un geste, il y avait un metro et il me dit: tu l'as perdu...il rigolait, il savait bien que c'était à lui,che scemo!
non lo so, inizio a interpretare un po' troppo, sarà meglio che mi fermi, ricordandomi che gli uomini sono semplici...
ma quanto mi piace!!!

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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO