sábado, 24 de marzo de 2007

 

misunderstandings..

Le tue parole fanno male,
sono pungenti come spine,
sono taglienti come lame affilate
e messe in bocca alle bambine,
possono far male, possono ferire, farmi ragionare sì.
ma non capire, non capire!
Le tue ragioni fanno male,
come sei brava tu a colpire!
Quante parole sai trovare, mentre io non so che dire...
Le tue parole sono mine,
le sento esplodere in cortile,
al posto delle margherite,
ora ci sono cariche esplosive!
Due lunghe e romantiche vite divise...
...da queste rime. Le tue labbra stanno male, lo so,
non hanno labbra da mangiare,
oh ma la fame d'amore la si può
curare, dannazione! Con le parole,
sì, che fanno male, fanno sanguinare,
ma non morire!
Ah!Le tue parole sono mine,
le sento esplodere in cortile,
al posto delle margherite, ora
ci sono cariche esplosive!
Due lunghe e romantiche vite
due lunghe e romantiche vite!
Due lunghe e romantiche vite divise...
... dalle parole!
Cesare Cremonini, Le tue parole fanno male
di punto in bianco, i problemi vengono a galla, i non detti si esplicitano, le discussioni che sempre si ha avuto paura ad affrontare VANNO affrontate, una volta per tutte.
è come lo strappo nel cielo di carta pirandelliano.
'non ho mai saputo fingere...e adesso è la verità, l'uica cosa che conta...' ehehe non è così tragica come la dipingo, ma è arrivato il momento di chiarezza, di scoprirsi metter le carte in tavola...farà male, ma almeno è sincero. chissà quando ci riuscirò, questa settimana...spero.
ho paura, perchè ormai so che non cambierò idea. ma magari a parlarci le cose si semplificano...
è arrivato il momento di tirarle fuori queste parole!
vi aggiorno, vi dirò com'è andata.
un abbraccio speciale alla dadasara, alla bonzy (arriverà il giorno del tuo post!;)), alla laura, a mirta...illuminanti...
e forse è vero senza questo erasmus ora non avrei questo coraggio..abajo los compromisos sociales que oprimen el pueblo, que viva la comunicacion sincera!
ps: oggi niente incontri a rischio...il passato per fortuna non l'ho incrociato sul mio cammino...
in compenso mi son fermata un po' col presente. ;) que mono!!!!!!
viva la mie scarpette nuove!!!

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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO