martes, 13 de marzo de 2007

 

el kebabegno----



hoy despues del trabajo he decidido de tomar un cafe dal kebabegno, porque no me acuerdaba su nombre..


che raro de verdad estar allà solo por hablar con el, porque estaba sola sentada delante del banco (bancon?balcon?no sé...donde tienen la comida en vista..),,,,y reimos un monton...
he hecho consulencias a los que quereban comer algo y que no sabian bien ce que c'était...he hecho pubblicita a los falafel..
he conocido su padre y su hermana,he sido a hacer compras (su comida) con el..
kebab, interesante sitio para estudios sociologicos!!

hay un cuadrocon un poster de jerusalem, y un espejo que parece refleter esta foto...hay dos ferri di cavallo, un orologio que no va bien, un bagno que tiene un alarme con un cordon y un desargo con un pulsante, pero la gente se equivoca siempre y el alarme suena suena suena...

un hombre que parece un profesor llega, le digo:el agua se tira con el pulsante, la corda es el alarme...mi amigo dice:-pero el le sabe, otros puedes equivocarse pero este tio no..- y digo yo, un poco enfadada:-que dices, crees que mi amiga (mirta, ndr!) se ha equivocado porque es menos inteligente de este tio???- y desp de algunos istantes, el alarme suena..hihihi che soddisfazioneee!!!


dos chicas toman une petite assiette de gateaux cuando mi amigo no estaba al banco...se sirven solas...pero no es un self-service!!que raro!


llega un segnor de 65 agnos, pelo blanco, que pide cerveza y empieza a beber y dice que su cognome (appellido) es ebreo, y que en teoria no puede comer cosas palestineses...pero descubrimos que se llama Ebreo, de verdad!!!!


enfin, se va diciendome de terminar su cerveza, porque no la quiere...y mi amigo abre otra cerveza y la compartimos..en final he bebido casi toda la cerveza, porque bebo rapido y habia terminado antes que el, y ha compartido otra vez...


y despues he hablado un poco con su padre, que me ha dicho-lo siento que no te he envitado a comer, mientras que como...-como si fuera una de casa...


despues 2h, un poco mas, allà, he acompagnado este chico a hacer compras para comer..es mono de verdad!y me ha dicho su nombre...os presento louai (se dice luai, pero con la o me parece escribido mejor...solo una question estetica!!!!)





Comments:
w luai!!!!
ma dov'è la Meca?? non credo sia in gerusaleme...o si??
mirta
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO