martes, 6 de marzo de 2007

 

bon voyage adri!!!

ayer a las 3 fuimos a comer a una fiesta de un amigo de adri...
que risas!!!sitio muy muy bueno, un monton de gente, y adri con quien reirme...el franzès de paris y su amigo belga estaban allà, hemos tenido conversacion muy divertida..
ccl:1.soy un poco recidiva
2.tengo sindrome del parrain2:por las explicaciones...mirta!!
3.que pena me da que me devirto tanto con adri pero ella se va en Puglia ahora!!
4.no he comido casi nada a la fiesta ayer
por fin, he durmido chez adri, tan comica la situacion!parecia como un pequeno erasmus, no sé..
no me acuerdo los nombres, tampoco aquello del belga...hihi
hoy el casso ha eco si discussion de la tesis, el 9 va a descubrir con cuanto (voto) se laurea...
y por el viernes fiesta!queriamos hacer un poco de fiesta hoy tb, pero el duerme, y so tengo 2 botellas de bon bon vin en mi casa...:)mirta te esperan!
he descubierto que stefano, mon EX, va diplomarse en fin de marzo el tb...bueno, pero me la pela...felicitaciones a todos..
estamos piensando a un cadeau por el casso, pero nada, DONC si alguien tiene una idea,puede decirlo!ps.su hermano ha dicho una novia, pero bueno esto no es un cadeau à faire...au moins...si alguienquiere hacerme undono asì...por favor, no!!!!prefiero chocolate!!!
estoy cansadissima, un beso
mery

Comments:
mais Adri part pour toujours??
elle ne sera plus à Bologne?

Bisous,
et non,
je n'ai pas tombé amoreuse de quelqu'un, en fait je ne cherche pas et je ne veux pas le trouver non plus, les copains, à moi... je m'en fou!

Tout celà que je veux c'est rèussir d'une putain de fois au mois le premier quatrimestre, et il me reste encore une semaine... j'ai en a marre.

Je t'aime.
Bisous.

Lorena
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO