miércoles, 28 de febrero de 2007

 

olor de tours..

me he dado cuenta de la llegada de Prima Vera...esta magnana el sol, que hacia caldo de verdad!todos los jardines estan llenos de margaritas y la mimosa està en flor..
y dandome de vuelta en bici a mi casa, he entendido el ruido del viento cuando mueve el grano que està ancora verte..
que bueeeeno!!
he visto el hijo de una amiga de mi hermana, que tiene un mès de vida y que mira ya el mundo con ojos abiertos y cabeza dirtta...
he visto que asco las barbies de ahora, he comprenido que los tiempos han cambiado...
he entendido a la tele que una maestra ha tagliato la lingua a un bimbo...y algunas veces comprendo el porque...
he hablado con mirta-finalmente!-y con sara mi hermana, y con el fantome telematico que ya no tolera mas los escouts porque cada noche no estoy en ligne para un encuentro escout---
y esta tarde tenia ganas de verdad de hablar con el, porque me hace un bien increible...
echo de menos nuestras conversaciones nocturnas..
un numero de telefono desconocido me ha hecho un bip, no sé de donde, el prefixo parece tunisia a buscarlo para internet, pero podria ser tb un numero franzes, y pienso al caballo...no sé!pero que raro!y esta magnana una desconocida se ajouta a mis contactos msn, pero no la conosco!es del sur italia,y no se nada de ella. y voilà una mail à elle qui quiere hablar conmigo para msn y se presenta diciendome que es mi mama.pero que cogno se pasa en el mundo telematicooo!!!
eso me dà un poco miedo porque no tengo el controle su estas cosas.
pienso que voy a escribir una mail al franzes....
besos ybuenas noches a todos!
mery

Comments:
MA CHE CAZZO DE FRANCESE???

Lore
 
Publicar un comentario



<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?

AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO