lunes, 19 de febrero de 2007

 

18 février 2007








Buia e silente la notte quando lui appare




scappato dai sogni di un bambino, se ne vaga spaesato per questo mondo incantato e irreale
dove i sonni pesanti respiri viventi fanno rumore ..
aria di pace e freddo pungente, saranno le stelle che pizzicano il cielo
lui non si sa proprio orientare, vaga qua e la’ e vorrebbe davvero capirci qualcosa
vorrebbe camminare leggero al sole come fanno i protagonisti di altri sogni…
ma lui non c’è non esiste è un fantasma!
Allora decide di vestirsi di nero, si infila quegli abiti neri per mimetizzarsi nella notte dove tutti sembrano spiriti che vagano e per passare elegantemente inosservato pure di giorno tra la gente che corre
Il nero è chic dicon gli stilisti il nero smagrisce dicon le donne il nero è intellettuale dicon i filosofi
Il nero è una speranza di attaccarsi alla vita che non può avere dice lui

Vorrebbe respirare anche lui così serenamente serenamente cullato da altri mille respiri dormienti…
O spalancare occhi insonni o la bocca assonnata magari in sbadiglio, magari!
Vorrebbe cantare per vincere gli incubi e invocare i sogni e addolcire il risveglio
Vorrebbe provare quel mistero particolarmente notturno dei corpi che si affannano in una strana corsa sul posto ma senza correre in realtà che li fa sudare e gemere forte e poi sorridere chissà poi perché che ci sarà di speciale in quei corpi intrecciati chiede una vita una vita lui, una vita per scoprirlo
Come per conoscere la sensazione di quella goccia che scende dagli occhi di alcuni di quei piccoli tesserini che le mamme chiamano lacrime e ----

E conoscere quanto sia bello e dirompente il sorgere di quella risata gorgheggiante, quella che ece così naturale e fresca e bella come rugiada…

Sta fissando uno di questi piccoli tesserini e si accorge che a bordo letto c’è un calzetto abbandonato…è tutto colorato, colorato…
E perché no, pensa!il colore non stona col nero!
E magari così si accorge che esisto, esisto davvero!

Così il nostro fantasma scappato dai sogni di un bambino che si veste di nero per sentirsi reale ruba calzini colorati di notte di notte e poi se li infila e a volte colora le strade su cui cammina
Perché vuole farsi trovare vuole esistere esistere anche per te nella vita reale non solo in sogno

E poi è un furbacchione si diverte a prenderti un po’ in giro e ridere unpo’ con te di te…
Gli piace la tua risata, quella chiara e cristallina quando vedi dei calzetti che sembran camminare da soli
O quando semplicemente non li trovi e fai le facce strane…
Auguri fantasma nero dai calzini colorati, buon compleanno a te che vegli furbetto su questa notte forse
Chissà se un giorno diverrai reale
Intanto ti lascio un bacio tra sogno e veglia
Magari ti faccio uno scherzetto e te lo lascio dentro il calzino
Cos’ cammini storto per un po’ primadi trovar la sorpresa…
…mica sei l’unico furbacchione tu!

Sogni d’oro ispiratore delle mie favole,….

Tua Catherine

Comments:
mi piace davvero tanto, proprio tanto tanto..l'unico k hai sbagliato mese..pas janvier!! siamo a febbraio!! jajaja

uscita a comprare il pane e sn di nuovo male :(
 
Madonna! ha ha ha ma é vero, il nero va con tutti i colori!

Cosa hai cenato quella notte in bianco?

Besos.
 
pues te voy a escribir en español porque el mio italiano e una merda total
te echo de menos pequeña duendecilla saltarina
miss u
tu me manques ma petite etoile volante
espero que nos veamos pronto
mientras tanto cuídate, sé muy feliz y no nos olvides
te quiero ma petite puce.
lux
 
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L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO