martes, 2 de enero de 2007

 

y...sin olvidar: abajo las reglas sociales que oprimen el pueblo!

ragazzi...ho provato a inseri foto..ma si vede che la mia guerra con las tecnologias que tambien oprimen el pueblo non l'ho ancora vinta e me la porto pure inquest'anno che viene!
un bacio a tutti e buona notte

il mio augurio per ciascuno è che rimanga sempre in voi, anche solo in un angolino, la voglia di giocare, scherzare, riderci su...un po' di ironia..e di essere bambini ogni tanto!senza troppa paura di sbagliare, tanto sta proprio lì il bello!nel cambiar strada se quella percorsa non piace...
auguro a tutti la curiosità che porta a guardare e non solo vedere, dialogare e non solo parlare o percepire suoni..porre domande e cercare risposte..
voglia di camminare e conoscere, volgia dipartire e di restare insieme...
e un po' di spensieratezza!
sorriso pronto da donare e magari da ricevere pure...risate sincere e strette di mani forti..
e tanti tanti sogni da voler condividere, raccontare e perchè no, realizzare! come dice lucia...que hay de malos en perseguir los suegnos?(o algo asì..);)
mery

Comments:
k mona mery-dicono mirta &lucia.
molto bello quello che hai scritto, anch'io vi auguro quello..che sarebbe VIVERE.
t voglio beneeeeeeee
 
Publicar un comentario



<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?

AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO