viernes, 5 de enero de 2007

 

la befana vien di notte...



la befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col vestito da madama
viva viva la befana!

toujours une vieille dame, cette fois-là approuvée meme par la tradition!une vieille dame qui vole sur son balai, un peu clocharde parce que sa robe est trouée, ses chaussures cassées...mais...

elle a le pouvoir de voler sur les villages endormis, d'entrer dans les maisons pas comme père noel, à travers les cheminets -c'est peu rafiné!- ms par la fenetre..

et boit un petit coup de liqueur, mange un biscuit ou un peu de chocolat, en compagnie de père noel, et avec un peu de magie remplit les chaussettes -sales?hihi!- de bonbons et surprises si on a été bravos...

sinon de carbon..les gamins, les gamins!!

on se réveillait le matin en courant à la gazinier pour voir lec chaussettes 'pendues' au fil...magique...jamais cru vraiment en père noel, ms en la befana OUAIS, BIEN SUR!!

et cette nuit elle attend que je me couche pour arriver...elle ne veut pas étre vue!!donc bonne nuit mes sorcières!et bonne épiphanie à toutes!en espagne gallette des rois comme en france?

ps: gracias lore, lucia parra, mirta...perche ci siete, sempre...tra lacrime chiacchiere e risa...vi porto ogni giorno con me...streghette!!!

os quiero un monton, ragazze simpaaaatichheeeee!!!

mery


Comments:
Vous êtes bizarres les italiens! lol
la befana!!!
ma prof d'italien m'a raconté l'histoire de la Befana, c'est trop drôle!
bisous belle!
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO