martes, 23 de enero de 2007

 

estudiar hace mal à la santé

tengo los ojos rojos y me duelen...como decia bor, no se màs como poner mis piernas para que no me duelen...tb porque cuando no estudio voy en bici...
empiezo a pensar en todos, en todo lo que me ha echo mal, en los buenos momentos, en les doutes d'une vie...en todos los amantes perdidos...en vosotros..y en momentos cotidianos que creia de haber olvidado...y todo se mezcla..
y comprendo que tengo que durmir cuando empiezo a confundir mis pensées con el texto...tanto que he leido ayer que los danois du VIIIsiècle han descubierto la luna...
en la parra total!!
un gros beso chicas!!
mery en fase estudiantil...
echaba de menos esta situacion!

Comments:
Daneses del VIII! me gusta el tema! que bonito no? aunque ya estarás hasta el culo de tanto vikingo! jajaja
Yo aún no empecé a estudiar, no quiero! quiero leer! quiero literatura! necesito una semana de otros libros antes de encarar a los de Historia, en especial los de Historiografía, estos últimos son muy aburridos.
Sigo comiendome la cabeza y ahora mismo siento que no hay nada más importante. Pero al mismo tiempo creo que corro riesgos porque si no me centro me irá mal en clase y luego seguro que me arrepiento.
Odio las épocas en las que mi mente está metida en el Titanic!!!
Todo sea que no me hunda, ea!
Un beso Mery tout à fait!!! lol

Lorena
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO