lunes, 18 de diciembre de 2006

 

equivocos

ayer he echo una figura di merda rara...una de aquellas que solo nosotras chicas simpaticas podemos hacer!he inviado un sms para mirta a una de las jefas escout que tiene los nignos conmigo...pero el mensaje era sobre el pelirojo de siempre que désormais conoceis...
y decia que tenia ganas de besarlo en publico esto domingo, y que esta situacion me esta volviendo loca....
de verdad, tan loca que me equivoco al enviar un texto asì!que mieeeedooo!
magnana tenemos cita con mi hermana para hacer un cadeau al migno de mi amiga, pero el tiene un diner...que nervios!!!a la mierda este tio y sus diners romanticos!!si persigue asì, voy a salir con todos los hombres que conozco, aunque si raros -como el 'amicone'!- para ver si devine geloso...pero parece que los hombres, o por lo menos los hombres que me gustan!-no conocen la gelosia...pero YO Sìììì!!!no puedo no puedo no puedo!
hoy he vuelto a casa a las 19.30, he esperado el chico des cours particuliers una media hora delante de su casa...y tres horas de devoirs...
y vuelvo en bici, con la lluvia y mis gafas mojadas que no me hacen ver nada...tenia miedo miedissimo pero gracias a dios no se pasò nada...
mirta te echo de menos....
un groso beso

mery

Comments:
Tu sais que j'aime bien les roux? lol
 
Publicar un comentario



<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?

AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO