domingo, 12 de noviembre de 2006

 

prima caccia

non è tristezza!sono frammenti di me passati, che ho recuperato e pubblicato perchè ormai hanno perso il loro valore e la loro carica di sofferenza pesante...
mettere su carta è la mia cura terapeutica, non le faccio leggere se prima per me non sono acqua passata!
e qui è il loro bello...no non sto male,ora inizio anzi pian piano a stare bene!;)!cmq grazie...ti voglio bene, tantooooo!
oggi coi fratellini in caccia...ccome sono tanti!e belli!!!!solo ora son davvero a pezzi...in più tengo reglas...que suerte!
mirta in bocca al lupo per uno dei tuoi ultimi esammiiiiiiii!!un bacio grodsso a te e a tutti!
mery

Comments:
jeje
è bello avere la conferma k non stai male..
puf...alle 18h prima ora di palestra...k agitazione!!!jeje ma so che il mio corpo lo ringrazierà, forse diventando più magro, e chissà..cmq sono già stanca, e poi stasera dovrò uscire, se non sono a pezzi, a recuperare il tempo perso e a costruire la vita sociale che avevo una volta...prima dell'erasmus...l'erasmus...k bei ricordi...oggi si sono travestiti di soldi in banca...bellooooo
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO