viernes, 17 de noviembre de 2006

 

novelas..hehe!

es normal que voy a la cama piensando en un tio y suegno un otro, desde cuatro noches, siempre lo mismo...puede ser porque lo veo todo los dias?he sognado que lo tenebo por la mano...que verguenza pensar que me podria gustar tener alguien por manita asì...nonono no puedoooo!!!(mirta, lore, luci...vi ricorda qualcosa?????)
esto dice que los suegnos NO son siempre deseos!
-cedric le chef de deuvalières, le resto où je travaillais, est dépuis 5 mois, avec marie, une des serveuses...
uau je suis vraiment contente!!!puff la vie l'amour et...qui dure toujourssss!!
-aujourd'hui j'ai vu un ami à moi, assez bizarre et egocentrique, ms sympa..fou ms sympa...
-j'ai trouvé MON p'tit bar...se llama la oveja negra!!!mirta è quello dove abbiamo preso qualche pinta con adri!;)
-hector s'est coupé les cheveux, ps beaucoup ms il ressemble à un petit page..hehe!ma mère la vu par skype....elle a dit qu'il est mignon!il a déjà un répas assuré chez moi!
-lore quand est-ce que tu viendras en italie?me muero de la ganas de verte otra vezzzzzz!!y...que pasa con jeff???el tio es raro...y interesante....cuenta-nos!!!!
-mirta hace gap y hago gag... y el milagro es que....es la misma cosaaaaaa!!hehe!
pero no tengo ni el instructor cubano nì su culo delante de mis ojos...hehe!

alguien sabe algo de eduuu??
besos à todos!!

mery

Comments:
Avec Jeff il n'arrive rien! en plus je ne lui connais pas, c'est justement qu'il lit mon flog et mon blog et je lis le sien, point final.
Alors, tu parles encore beaucoup avec Hector! je dois acheter un micro pour mon portatil le plus tôt possible, car a quoi serf le Skipe si je n'ai pas avec quoi parler? oui, je vais l'acheter tout à l'heure.
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO