martes, 28 de noviembre de 2006

 

cumpleanos feliz!



auguri Lux lucenitoz pequena woodye y chica voque...mi pequena kebabegna y baguette fromage...mi suegnadora y poeta y alma sensible...mi pitadilla y café y no puedo...no puedo mas con mi vida...mi 'tengo un dolor de barriga'....mi 'fatal!'...mis larmas y risas y crisis y sonrisas y cotilleos y ...y.... y condones y cerniceros del café...
mi cervezera y borrachera para las cervazas...mi llamada de la magnana-a mirta- cuando estabas en casa de rowan levantada, antes del café...
te quieroooo!
tu tonalidad de blanco
y tu parte de familia
mery

Comments:
k carina k sei!! certo che potevi pubblicare una foto di Luz più bella!jajaja

ufff...nostalgia erasmus, madonna, non ne posso più...sono in una di quelle giornate che ricordare mi fa male...

ti voglio bene!!! eooooooooo
 
e, io, mi ricordo ogni giorno de tutti voi, e non posso più. Probo a dimenticare qualche volta ma a la fine sono sempre con voi.

Mon italiano e un pezzo di merda
lol
 
Publicar un comentario



<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?

AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO