sábado, 11 de noviembre de 2006

 

cioccoshow




esto es el tercero dia del chocosow...hay un monton de gente y chocolate y espagnoles en la calle..

..y chocolate gratuito....y...chocolateeeeeeeee!!

genial y fatal!

el chocolate, como sabeis bien, tiene muchos effectos varios....creo que mirta y sus estudios sobre las pasiones y las extasis tiene mucha mas argomentacion que yo!

tengo los examenes erasmus signados en el librete universitario, era ora!

y magnana me voy con los ninos scouts, he hecho (giusto marta?) el sanguich enorme lleno de todo lo que tenia en el frigo (come se dice???), queso y aceitunas y tomates y vinagre y salami y ..puff!!espero de no comer eso!

el portugues me ha dado cita, he llegado con mas de una media hora de retraso...puff!!

pero es muy guapo y sabe hablar bien, habla muy rapido el italiano tambien si no lo ha nunca estudiado...hace sciencias motorias, es rubio y ojos azules...:)!

creo que son ya demasiadas novidades para hoy...un beso graNDE!

mery


Comments:
carciofo tagliato a metà chiamando cioccolato al peperoncino...
qui è super buoio...mi rilasso e penso alla versione ridotta delle mie conoscenze sulla sociologia visuale...spero vada bene!! ti chiamo domani!!!
 
Un portugues?
si vas a vivir en Oporto estaremos al lado! a por él Mèry!
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO