viernes, 17 de noviembre de 2006

 

brouillard


"Entre el discorde estruendo de la orgia
acarició mi oido
como nota de musica lejana
el eco de un suspiro"
Gustavo Adolfo Becquer
Aujourd'hui je me suis réveillée dans le brouillard...je suis allée en vélo dans le brouillard, je me sentais comme dans une nuage, dans un enorme barbapapa...qui entrait dans mes lunettes...hehe!
he cantado todo el tiempo, a trabajo tabien, y por la calle tambien...he visto casa nueva de mi hermana con el idraulico y el hombre que pinta las paredes, he montado con ella el canapé (mirta!!!eduuuu!!!)de una amiga de sara, vuelto a casa y charlado con hector y mirta...conversacion entre un ordenador bleu/gris y un telefono gris/rojo sobre el water rojo...hehe!que intelectuales qeu somos!
la frase es un contributo de hector a mi blog, que no lee porque se aburre,...el tio, colombiano de verdad!
voy a verme el dr house enregistrado...hehe!
os quiero un monton...

y me siento feliz!


Comments:
ha ha ha tu étais assise sur le water pendant que tu parlais avec Mirta et Hector??
et maintenant il faut que je me pose la question, sur quoi est-ce que vous étiez en train da parler?
la coleur de ta jolie production? lol
Lo.
 
non, je n'étais pas sue le water, ms on parlait de ça...de water et de merde...comme toujours!;)
echo de menos ti y tu mierda con su mal olor...fatal!
 
Che troya!!
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO