domingo, 22 de octubre de 2006

 

21OTTOBRE2006

cuando se dice que en un dia hay un monton de cosas importantes...
esta magnana el peluquero -que quiero!- me ha cortado el pelo...pero tan guapo!quisiera ser hombre para devenir homosexual y ligar con el!dulce, gentil, sensible, con una voz bueeeeena, buen fisico....uffff!!
y despues maquillage from una amiga de sara, y bodas....amiga de sara y mia, està embarazada de 6 meses,...buenoooo!!!
y el nino de mi amiga-la que se mariò em julio, la de las fotos!-ha nacido, 50com por 3kg y 30, mi amiga es 1m e 50, creo que el nino arriga ya a su rodilla...jejejeee!!
hoy he sido al hospital para verlo, se llama francesco...monomonomono!!!no llora para nada, y tiene dos ojos grandes y casi azules, abiertos y curiosos...pelo longo y negro, manos grandes y que quieren conocer... sereno y curioso,piernas y pies largos y magros...guapissimo!!
no tiene hambre, durme mucho, y...uhhhh!!està en las manos de su parde...los dos se miran y se encantan.....
uhhhhhhhhh
!!!
francesco che bello che sei tra noiiiiiiiiii!!!

no tengo palabras...

un groso besazo a todos!!!

y viva la vida!
mery

Comments:
puf...era da tanto che non passavo da qui, forse perché ero extraimpegnata a spiare JL...jajaja, k palle, però!
niente, mi mancate tanto...oggi ho giornata particolarmente nostalgica e tanto da studiare dopo cena....
ti chiamo domani!
biz
 
non so perché da fuori non si vedeva il mio commento :( voglio avere vita sociale, non ne posso più! oggi Daniela mi ha detto di uscire à faire la fête...le ho detto di no...poi Silvia ed Erica per l'aperitivo...ho detto di no...è triste vedermi a leggere l'analisi della morte un sabato sera...questa è la fine!!! jeje
tvb
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO