martes, 22 de agosto de 2006

 

siempre se vuelve al primero amor..


parece una condana!son las letras de la cancion de volver, creo...
ça fait bizarre quand tu arrive à croire que tout va bien, que tu as tout sous controle, et du jour au lendemain tu t'aperçois que c'est pas comme ça...
c'est un monent assez puf! dans ma vie,beaucoup de décisions importantes à prender, qui changent le futur...j'ai trop peur de me tromper!!!
je me sens comme un acrobate, qui arrive àun point où les choix snt beaucoup et il ne sait pas quoi faire exactement pour garder l'equilibre et ne pas tomber...
j'ai peurpeurpeur...pour la fac, le travail, les mecs...
peur de m'engager sans étre convaincue, peur d'étre réfusée par celui qui me plait, peur de perdre des occasions ou de mal agir, peur de'étre trop tétue ou idéaliste ou passionnée...peur de me faire du mal...
ms avec le peur on ne vit pas!
donc je fermerai les yeux, je dirai à mes peurs qu'elles me cassent les couilles et je ferai l'homme qui s'en fiche...j'espère!!
un gros gros bisou à tous!!
mery

Comments:
c'est vrai avec le peur on ne vit pas et c'est trop ridicule avoir du peur au peur alors... on fait toujours assez de figure di merda! Mandela a dit que les plus corageux ne sont pas ceux qui n'on pas de peur sinon ceux qui on vaincu leurs peurs.

Je t'aime
Je t'adore
Je te pet
et je te noye

En espagnol il était plus beau... je t'assure!

Te quiero
Te adoro
Te tiro un pedo
y te ahogo!
 
Lol :)) je savais que tu allais la aimer parce que tu disais toujours que tu amavais Barbapapa et je me suis rappellé et j'ai pensé que ça serait une belle surprise.
quand tu veux je te la change quand même.
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO