miércoles, 5 de julio de 2006

 

Se il Buongiorno si vede dal Mattino...!

stamattina sveglia all'alba (7.30 non è poi troppo presto, chiedo scusa ai lavoratori, ma per uno studente universitario in vacanza...beh si!), poi in bus fino all'anna per riprender la bici, per poi andare in FAC (jeje!) per l'approvazionedei crediti. peccato che la prof (che naturalmente NON m'ha risposto alla mail) non c'era, ci sarà domani. ok! allora mi son gettata nella solita sala internet gratuita (le buone abitudini non si perdono!), visto che il mio computer di casa non regge lo stress e ieri sera m'è andato in palla...
oggi mi son messa a leggere i post di lore e marta che non avevo ancora letto...
e fa un po' strano, son qui e mi metto a ridere e a commuovermi un po' davanti a uno schermo con altra gente che magari mi prender per pazza...pas grave!!
i miei ultimi giorni a tours son stati intensi, confusi, di corsa. volevo esser dappertutto e mi sentivo nullepart. non ho visto un castello che fosse uno, avevo sonnissimo, blocco digestivo (che novità!), tanta tensione sia burocratica che emotiva...mia sorella non è certo arrivata in uno dei momenti migliori!l'ho lasciata spesso sola, sia lei che la sandra, e m'è dispiaciuto, mi son comportata un po' da bimba viziata, da principessa sul pisello (gusano, no?)...
sabato le pulizie son state devastanti, staccare tutte le cose che avevo attaccate in camera è stato come arrotolare un anno di vita su sè stesso, un vero pugno nello stomaco, avrei tanto voluto qualcuno con me ma sapevo che dovevo farlo sola. allo stesso modo mi mordevo il fegato per perdere un giorno in 'famiglia'..avessi il dono dell'ubiquità...ho il dubbio che non lo saprei comunque usare!
e la partenza di domenica...tuttala tensione s'è sciolta in un fiume di lacrime, perchè come dice marta, quando io piango lo faccio con 'tante lacrime'.
sono partitasentendomi un po' come alla partenza per un hike, coi capi che ti salutano. il viaggio è stato un pianto sonnolento, e parigi è stata una strana via di mezzo, come un limbo, avrei avuto voglia di tornare subito a casa e piangere per qualche giorno, ma forse è stato meglio cosi'. niente piu' scoppi inondanti, solo voglia di tenervi tutti stretti nella mia vita di tutti i giorni. ci sto bene qui, ho un sacco di fili da riprendere in mano, è un periodo a metà tra il tragico e il creativo, mapreferisco produrre piuttosto che piangermi addosso!!
e quindi tornata. fa strano, ho ancora paura a dirlo a tutti i miei amici, lo faccio un po' alla volta. bologna è piu' grande, i miei amici sono veramente 'svariati', vorrei vederli viascuno a sè, con voi è diverso, siete il mio primo 'gruppo'...(a parte gli scout)...
ed è bello tante persone che si trovano bene insieme!
os quiero un monton!
lore donde estàs?
luz gracias por la mail...besitos, y courage!somos fuertes!
come vedete, non son riuscita a cambiar lo stile del blog...questo mi piace tropp...
un baciotto forte

mery

Comments:
MERYYYYY!!!vuoi venire a torino a guardare la finale???in realtá ti chiamavo stamattina per dirtelo...ti chiamo più tardi, magari. cosi ti do anche il numero nuovo di Edu. tvb!!!1
 
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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO