miércoles, 19 de julio de 2006

 

LA CLINICA DEL CICLO

C'era una volta una ragaza un po' scema che faceva le mile miglia con la sua fedele bici che,
a dire il vero, si divertiva ogni tanto a farle degli scherzetti, giusto per ricordarle che aveva anche lei i suoi diritti sindacaLi, e che si sentiva un po' troppo sfruttata..
peccato che decise di iniziare il suo sciopero bloccando i pedali in piena rotativa, tra la discesa di unponte ed un semaforo.
Ma la ragazza scema, che sarà pur scema ma ha un'alta dose di culo, riesce a frenare, scende la bici, la gira e la porta in ospedale (quello vero!) da sua sorella...perchè dove c'è tanta gente è più probabile incrociare una soluzione!
la bici passa sotto i raggi del meccanico delle ambulanze, che fa buonadiagnosi ma non apporta rimedi..
e il pomeriggio è stato il vagare della ragazza scema con sua sorella-crocerossina (davvero!) e la malata tutte e tre caricate ad incastro sulla mitica sara-mobil, la punto Associativa...
hanno visitato il Meccanico Buono Ingoiato Dai Meccanismi Industriali del Decathlon, che le ha guardate con faccia che implorava pietà, dicendo che per il 25 sarebbe stata pronta...troppo tardi!
si cambia zona, e incontrano l'Individuo Strano Con Annesso Bavino Sospetto Meccanico Di Poca Fiducia al quale la mia bici non l'avrei lasciata proprio neanche!!!
Continuando le loro peregrinazioni, le 3 arrivano da un Meccanico Buono E Simpatico Che Però Non Ripara Nè Gonfia Bici (era per motorini), che le dirige alla Clinica Del Ciclo...
che detta così, suona familiare e pure un po' ginecologico! quindi, in 3 donne (perchè la bici è donna...non come in francese!) ci rechiamo alla Clinica del Ciclo sperando che il Dottore delle Bici sia buono...e..
che Uomo Meraviglioso!simpatico, sapeva il fatto suo, competente. ovvviamente sulla sessantina, il classico nonno, ma...che fascino!ha incantato la mia bici dicendole che era un pezzo raro, e che strano che nessuno l'avesse ancora ubata, nè lei nè i suoi manici, in corna di bue...che pezzi così ben fatti e resistenti non ne fanno più...e io l'ho lasciata felice, sicura che era in buone mani!
vabbè sarò maniaca, ma la mia bici è un bene raro!!e oggi l'ho ritirata...m'ha pure rifatto i freni e messo la luce...che uomo!

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AlLeVi

L'abbandono

Basta ricordare che siamo fatti di acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici. L’abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perché siamo ossessionati dal controllo a tutti costi dei particolari. L’abbandono invece è partecipazione alla pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell’infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore. Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un’identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene. Allora ecco risvegliarsi in noi l’infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L’abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce. Inizia dal respiro profondo, lento e sentito come la cosa momentaneamente più importante, come un movimento ampio e complesso, non più involontario, cui segue la perdita dell’espressione facciale, o meglio l’importanza che essa riveste per noi, e questo è davvero difficile: smettere di sentirci immagine esposta al giudizio degli altri, per tornare al valore della nostra unicità. ….
E’ vero, con l’abbandono si sperimenta un piccolo miracolo … il prodigio di lasciar vivere i fiori che ci circondano, di sentire di non aver più paura di nessuno, perché anche la nostra presenza è dono; il miracolo di essere vivi e leggeri.
"...Gli uomini sono soggetti alla Legge delle Tre Lancette. Coloro a cui manca la lancetta dei secondi non sanno mai godere un singolo attimo: essi pensano esclusivamente a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, non accorgendosi delle piccole gioie che li circondano. Ad alcuni manca invece la lancetta dei minuti: sono coloro che corrono all'impazzata, gareggiando contro gli attimi; gli stessi che poi di colpo si fermano, delusi di non aver trovato nulla, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. Ad un terzo gruppo manca invece la lancetta delle ore: essi vivono, si agitano, pianificando appuntamenti e progetti, non sapendo se è notte o giorno, mattina o sera, se sono felici o disperati;guardando la loro vita vedono solo un rotolare di anni pesanti e inarrestabili. L'uomo giusto ha tutte le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi..." Stefano Benni, ELIANTO